Forti e spiazzanti; seducenti e conturbanti; a tratti fastidiose e “scomode”. Uscendo da Villa Pignatelli queste parole riecheggiano nella mia mente.
90 opere e le tre artiste che le hanno realizzate, queste le protagoniste della mostra L’arte del femminile. Julia margaret Cameron- Florence Henri-Francesca Woodman che sarà inaugurata sabato 18 marzo 2017 al Museo Pignatelli e terminerà il 1 maggio 2017.
Per la prima volta a Napoli vengono esposte 90 opere di tre artiste note in tutto il mondo per le loro capacità e per aver, con la loro arte, giocato un incredibile ed indiscusso ruolo nel contesto culturale dell’epoca in cui anno vissuto e negli anni successivi.
L’esposizione è curata da Giuliano Sergio ed è stata promossa dal Polo museale della Campania in collaborazione con Incontri Internazionali d’arte e la Galleria Massimo Minini.
Le tre donne autrici delle foto esposte sono tre donne che hanno vissuto in tre epoche diverse tra loro, distanti non solo nel tempo ma, anche e soprattutto, nel clima culturale ed artistico.
Le diverse influenze, i diversi contesti storici e le differenti vicende personali si avvertono tutte nell’osservare le foto ma, nonostante ciò, il percorso espositivo, alla sua conclusione, appare al visitatore come un armonico percorso nel quale le differenze, le dissonanze iniziano a sfumarsi, farsi sfocate per poi sparire.
Queste tre artiste, queste tre donne, la cui vita, i cui corpi e la cui carne, spesso nuda ed indifesa, è esposta, volutamente portata alla ribalta, parlano, pur usando linguaggi personalissimi e diversi tra loro, una lingua comune. La lingua del femminile, del dolore che è tutto contenuto in un fugace sguardo, in una smorfia, in un gioco di luci, in uno scenario costruito. Parlano la lingua dell’arte, anche al di fuori della forte connotazione femminile del loro lavoro, perché dall’arte traggono ispirazione ed all’arte restituiscono ciò che hanno preso per le loro ispirazioni con i loro scatti.

Julia Margaret Cameron fotografa uomini e donne dai volti enigmatici nella seconda metà del 1800; è anticipatrice del pittorialismo e nei suoi ritratti si lascerà ispirare dalla pittura preraffaellita. Familiari e servitori saranno da lei fotografati come personaggi biblici o allegorici.

Florence Henri si focalizza sulla New Woman degli anni venti e trenta e sulla sperimentazione fotografica; si dedicherà a fotomontaggi e forte si avverte l’influenza del clima artistico dell’Europa a lei contemporanea.

Francesca Woodman, suicidatasi giovanissima nel 1981, attraverso i suoi autoritratti fotografici “mette in scena” le sue inquietudini, il suo tormentato mondo interiore con foto forti, destabilizzanti: si mostra nuda ma il suo viso non è mai visibile in un continuo gioco di prospettive che diventano esistenziali e non solo mera tecnica fotografica. Uno sfocato che diventa scelta ponderata, cifra stilistica e linguaggio.
Trenta foto per ogni artista, trenta foto per conoscere una donna (cosa impossibile), novanta foto per scoprire o riscoprire un enorme pagina scritta da queste tre donne nella storia dell’arte e del femminile.