Con l’obbligo di indossare la mascherina tanti sono i problemi sorti, relativamente alla sicurezza, che si sono dovuti affrontare. Polizia, compagnie aeree: si era ormai affermata una tecnologia usata da più enti nell’aiuto, ad esempio, nelle indagini per la ricerca di fuggitivi o persone scomparse. Con la mascherina questi sistemi hanno dovuto scontrarsi con un problema non da poco: la difficoltà di riconoscere i volti coperti (anche se parzialmente).
Sviluppi in atto
A marzo del 2020, quando il problema da noi si stava appena presentando nella sua totalità, in Cina avevano già iniziato a pensare a come ovviare al problema. L’azienda Wisesoft, con l’aiuto di ricercatori della Sichuan University, era riuscita a sviluppare un sistema di telecamere capace di ricostruire il volto di un viso anche se parzialmente coperto da una mascherina. Tutto ciò partendo da una IA programmata per analizzare immagini parziali o a bassa risoluzione. Con un tasso di precisione del 98%, il suo funzionamento è davvero semplice: l’IA recepisce la mascherina sul viso del soggetto come un dato mancante, ricostruendone il viso con le informazioni disponibili.
Negli Stati Uniti
Con sviluppi più recenti troviamo la DHS (il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti), impegnata in vari test per una tecnologia simile. La sua applicazione è raccomandata proprio negli aeroporti e più in generale nelle postazioni di ingresso, come quelli delle banche. In generale, l’accuratezza di tutti i sistemi messi in atto (vari algoritmi, sistemi di riconoscimento facciale, sistemi di registrazione) è del 77%.
In Giappone
Tornando in Oriente, anche la giapponese NEC ha sviluppato una propria tecnologia, a suo dire molto rapida e con un’accuratezza mai raggiunta prima. Rispettivamente, in meno di un secondo e con il 99% di precisione. Al momento, a utilizzare la tecnologia giapponese troviamo la polizia del Regno Unito e le compagnie aeree Lufthansa e Swiss International Airlines. In più, la stessa NEC sta testando la tecnologia nella propria sede a Tokyo, per valutarne l’efficacia su un sistema di pagamenti automatizzati.