Negli ultimi anni gli smartphone hanno portato in pompa magna questa particolare feature, che vedeva i dispositivi più moderni con questa particolare “modalità notte” o “night shift”. Questa ingiallisce i colori dello schermo, riducendo la luce blu emessa da questi ultimi regalando (in teoria) maggiore comfort e possibilità di un sonno più tranquillo. Ma in realtà, tutto questo non è che frutto di pura suggestione.
Lo studio
È stato condotto dalla Brigham Young University e dal Cincinnati Children’s Hospital Medical Center. Queste hanno deciso di diffondere liberamente i dati sul proprio studio. Nello specifico, per testare le presunte qualità della “modalità notte” sono stati coinvolti 167 studenti universitari suddivisi in tre gruppi.
- Il primo, avrebbe dovuto utilizzare il proprio iPhone almeno un’ora prima di addormentarsi
- Il secondo come il primo, ma con l’iPhone in modalità Night Shift
- Il terzo senza utilizzare lo smartphone nell’ora che precede il sonno.
Per raccogliere i dati sono stati utilizzati degli accelerometri al polso che hanno tenuto traccia dell’attività notturna e dei movimenti.
I risultati
Ebbene, è stato provato che in realtà non intercorre alcuna differenza specifica tra chi utilizza la modalità Night Shift e chi se ne priva. L’unico modo per accrescere la qualità del proprio riposo, come dimostra il terzo gruppo, è smettere di utilizzare il dispositivo prima di addormentarsi. Ciò non solo dimostra quanto il Night Shift, almeno per questa funzione, sia inutile ma sdogana anche la presunta colpevolezza che per anni ha attanagliato i raggi blu, ovvero quella di influenzare i ritmi cardiaci e di conseguenza destabilizzare il sonno.
L’unico colpevole, quindi, è proprio lo smartphone nella sua totalità, O quantomeno il suo utilizzo negli attimi che precedono il sonno. L’unico modo per riposare meglio è, in definitiva, lasciarlo spento sul comodino e prepararsi a ricevere solo i benefici di questa pratica.