INTERVISTA A DANILO IERVOLINO, PRESIDENTE DELL’UNIVERSITà TELEMATICA PEGASO
“La vera rivoluzione deve ancora arrivare e sarà il Web 3.0”.Ne è convinto il presidente dell’Università Telematica Pegaso, Danilo Iervolino che fondando otto anni fa un’università telematica, ha anticipato in Italia la rivoluzione dell’e-learning nel campo della formazione.
Presidente, perché dice che la vera rivoluzione deve ancora arrivare?
“Il web si appresta a diventare un grande archivio di concetti, in grado di cercare con precisione, mettere in relazione, comprendere automaticamente il significato dei contenuti. Il nuovo modo di navigare in rete porterà ad organizzare in modo strutturato i dati”.
Quali sono le caratteristiche del Web 3.0?
“Apertura, trasparenza, vastità di dati, ma anche accesso più semplice ai risultati (e ai dati) grazie al riconoscimento del vero significato che i dati stessi hanno rispetto al contesto in cui sono stati creati (semantica)”.
Come sta cambiando la comunicazione?
Anche la comunicazione diventa 3.0: ibridazione, viralità, creatività, interconnessione, comunità ne saranno i tratti distintivi. I giornalisti, ma non solo, tutti coloro che sono chiamati a creare contenuti, dai professori agli stessi genitori, dovranno inventarsi una narrazione che tenga conto delle menti multitasking degli utenti, che parli ad una generazione che si distrae facilmente e la cui mente vaga troppo. Lo storytelling, che da sempre esiste in modo informale, è diventato una disciplina scientifica e sistemica che è indispensabile per chiunque voglia comunicare a un pubblico.
E la formazione?
La più grande innovazione riguarda la portabilità del sapere lungo le strade della civiltà-wireless, un luogo quasi metafisico dove il sapere viene accumulato e messo a disposizione di chiunque. Sta mutando l’approccio con la conoscenza, la sua diffusione e la formazione: sotto questo punto di vista, siamo oggi in presenza una generazione molto più attiva e consapevole.
Di cosa avremo bisogno?
Di giornalisti in grado di formare, educare, intrattenere (Edu-info-taiment); di imprenditori coraggiosi e contagiati dal web; di una classe politica che lasci più indipendenza ai giornali, alle tv e che li incentivi perché la misura di una democrazia è la libertà di espressione.
L’Italia è pronta ad accogliere questa rivoluzione 3.0?
Che ci piaccia o no, la metamorfosi digitale è in atto: ignorarla non cambierà le cose. Recentemente sono stato in America, dove ho avuto modo di studiare il loro sistema universitario. Lì hanno capito il potenziale del web, basti pensare che i futuri manager si formano on line. L’Italia, invece, stenta al punto che verrebbero alla mente le parole di Nicholas Negroponte, fondatore del Media Lab del Massachussets Institute of Technology: “L’innovazione è quello che nessun padre vorrebbe dai propri figli e nessuno Stato vuole veramente dai propri cittadini”.