1960: 30 ottobre 1960/Buon compleanno, Diego Armando Maradona!
Genio e sregolatezza. Un calciatore che ha lasciato il segno sia in campo che fuori. Classe, tecnica e tanti trofei in bacheca. Ma anche doping, cocaina e problemi con giustizia e fisco. Nella sua carriera ha indossato le casacche di Argentinos Juniors, Boca Juniors, Barcellona, Siviglia e Newell’s Old Boys, ma indimenticabili sono state le sue sette stagioni con il Napoli (1984-1991). El Pibe de Oro,  ha portato la squadra partenopea alla vittoria di due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Idolo indiscusso di tutta la tifoseria azzurra, tanto da far decidere al Napoli di non permettere più a nessuno di indossare la maglia numero 10. La sua. Negli anni partenopei, si è laureato anche Campione del Mondo con la Nazionale argentina (1986), siglando 5 reti e smistando 5 assist. E’ stato eletto nel 2000 miglior calciatore del secolo in un sondaggio popolare indetto dalla FIFA. Tanti auguri, Diego.

1968: 14 ottobre 1968/Hines abbatte il muro dei 10’’ netti e si aggiudica la prima corsa “di colore”
1968, tra lotte e contestazioni, il ricordo  della finale di atletica leggera ai Giochi della XIX Olimpiade, disputati per la prima volta in una città latinoamericana. Quarantasei anni fa, a Città del Messico, si correva la prima finale olimpica dei 100 metri piani con otto atleti di colore ai blocchi di partenza. Oltre ad essere la prima corsa “di colore”, il vincitore – lo statunitense James Hines – stabilì il nuovo record del mondo, percorrendo i 100 metri in 9 secondi e 95 centesimi. Questa la prima rilevazione con cronometraggio elettronico sui 100 piani. Hines è stato il primo velocista ad abbattere la barriera dei 10’’ netti. Il record dello statunitense è durato quasi quindici anni, fino al 3 luglio 1983. Giorno, mese e anno in cui Calvin Smith, suo connazionale, lo ha abbassato di 2 centesimi, a Colorado Springs Calvin (9″93).

1972: 15 ottobre 1972/Esordio per “Il ragazzo che gioca guardando le stelle”
Allo stadio Bentegodi, terza giornata di campionato, quella Verona-Fiorentina (1-2) ha segnato l’esordio in serie A – sotto la guida del tecnico Nils Liedholm – di Giancarlo Antognoni, uno dei più grandi volti della Viola e della Nazionale italiana. Da quel giorno si è guadagnato la conferma sul campo, domenica dopo domenica, tanto da scrivere la storia del Giglio. 429 le presenze, 72 le reti, nelle 15 stagioni vissute nel capoluogo toscano. Indimenticabile  la vittoria del titolo Mondiale a Spagna ’82! Nel 2010 il Golden Foot. Firenze resta nel suo cuore e “… vale molto più di cento scudetti”, come ha affermato lui stesso. Storica la frase di Sandro Ciotti: “Oggi ho visto un ragazzo che gioca guardando le stelle, sentiremo parlare ancora a lungo di Giancarlo Antognoni”.

1997: 29 ottobre 1997/Per Gigi Buffon, la prima “in azzurro” di una lunga serie
17 anni di storia della Nazionale italiana. E’ il giocatore con più presenze in azzurro. Dal giorno del suo esordio, allo stadio Dinamo di Mosca, appena diciannovenne, Gigi Buffon ha iniziato la scalata alla conquista della Nazionale, diventandone ad oggi capitano e colonna. Una lunga storia quella del numero 1, fatta di gioie, sofferenze, vittorie e di un trofeo, il più importante di tutti: la Coppa del Mondo nel 2006 in Germania. Era il 29 ottobre 1997 e l’Italia si stava “giocando” i Mondiali di Francia ’98 nello spareggio con la Russia. L’indisponibilità di Peruzzi e l’infortunio solo dopo mezz’ora di Pagliuca permisero all’allora estremo difensore del Parma di esordire con la Nazionale maggiore. Avvio avvenuto tra entusiasmi e perplessità di Maldini e Co. L’arrivo di Dino Zoff alla guida dell’Italia è stato la svolta per Gigi, che si è guadagnato così le chiavi della porta della Nazionale. Suo il primato di portiere più giovane ad aver esordito nella Nazionale italiana.

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