130 cantieri per dare impeto alla ripresa del Paese: è questa la cifra di “Italia Veloce”, il piano d’investimenti organizzato dal Ministero dei Trasporti, di corredo al testo del decreto Semplificazioni ed il Piano nazionale di Riforma, decisi durante la notte tra lunedì e martedì 7 luglio nella riunione del Consiglio dei Ministri.

Presentando il piano, queste le parole del premier Conte durante la conferenza stampa di martedì: “Alziamo il limite di velocità dell’Italia, che deve correre. Ma al contempo alziamo i presidi di velocità, gli autovelox. Noi non vogliamo assolutamente offrire spazio alle forze criminali”.

Completamento dell’alta velocità

Con Italia Veloce, gli interventi nel dettaglio miranti al miglioramento del trasporto ferroviario includono i collegamenti dell’alta velocità tra Roma e Genova, il completamento del versante sul mar Adriatico tra Bologna e Lecce, le direttrici appenniniche tra la Capitale, Pescara ed Ancona, ed i collegamenti tra Roma, Napoli, la Calabria e la Puglia meridionale.

Strade ed autostrade

Innanzitutto nelle intenzioni ci sono la messa in sicurezza e valorizzazione delle reti stradale ed autostradale esistenti. Inoltre, si lavorerà al decongestionamento del traffico della A1 tra Milano e Lodi e dell’A13 tra Bologna e Ferrara. Saranno potenziate inoltre le tangenziali e nodi intorno alle aree metropolitane di Bari, Firenze, Bologna e Genova.

Settore aeroportuale

Non solo terra, anche cielo: si promettono investimenti nell’espansione del cargo aereo, nell’integrazione della logistica tra i principali aeroporti italiani e nell’espansione dei terminal passeggeri.

Ampliamento rete linee metropolitane

Tra i progetti rientrano la linea 2 di Torino, i prolungamenti della M1 e della M5  a Milano e della linea C a Roma, ed il completamento delle linee 1 e 6 di Napoli.

I fondi disponibili

Su di un costo totale stimato in 200 miliardi, 130 sono già finanziati: la ministra Paola De Micheli non smentisce che per il recupero degli ulteriori 70 sarebbe un peccato sprecare le occasioni derivanti dal Recovery Fund.

Foto di Martin Adams; fonte foto unsplash.com

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