Da Torino a Catania, passando per i maggiori capoluoghi di provincia e regione su e giù per lo Stivale imperversano le proteste nelle piazze da parte dei cittadini: tra i motivi della rabbia sociale le regole contenute nell’ultimo Dpcm con la serrate per bar e ristoranti alle 18 e l’onda lunga delle decisioni regionali di estendere il coprifuoco  durante l’ultima settimana.

Responsabilità, non violenza

Lo aveva ribadito il Capo dello Stato Sergio Mattarella insignendo lo scorso 19 ottobre i nuovi Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica – infermieri, ricercatori, insegnanti – a proposito del senso di responsabilità alla quale era chiamato il Paese con la seconda ondata dell’epidemia.

“Ci troviamo nuovamente in un momento difficile – aveva affermato Mattarella durante la cerimonia di conferimento – Sembra avvicinarsi una nuova fase di emergenza. Questo richiede la fiducia nelle possibilità che il nostro Paese ha di superare le difficoltà”. Dunque, l’invito: “Siamo tutti chiamati a fornire il nostro contributo per superare la situazione che si sta presentando ed evitare di ricadere nelle condizioni di marzo ed aprile”. Il Capo dello Stato promuoveva nuovamente quel “senso della misura”, che ahimé nei giorni a venire non avrebbe sfiorato facinorosi da nord a sud della Penisola.

La protesta è legittima ma non può disgiungersi in qualsiasi circostanza dal richiamo a quella responsabilità collettiva che si pone a fondamento dell’ordine democratico costituito da leggi e regolamenti. Quando venerdì 23 ottobre il presidente della regione Campania paventava come ultima misura un nuovo lockdown regionale, alla stregua dello scorso marzo, in centinaia si riversavano in strada – in spregio all’ordinanza regionale del 22 ottobre con la quale “è fatto obbligo di chiusura di tutte le attività commerciali, sociali e ricreative dalle ore 23 alle ore 5; sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità d’urgenza, ovvero motivi di salute”.

Quel 23 ottobre iniziava una notte di guerriglia per il capoluogo campano: a chi sino ad ora ha rispettato le regole e ha compreso che il momento, seppur difficile, va affrontato, a chi sa che la violenza non è in assoluto la risposta per rispondere alle decisioni di amministrazioni e governi, avranno fatto male le immagini di chi assaltava vetrine e con spranghe, in nome di una indefinita rabbia, si indirizzava alla volta di agenti delle forze dell’ordine o di chi inveiva con ogni mezzo contro la troupe giornalistica di SkyTg24 che era lì per documentare quanto la barbarie sia purtroppo una componente insita dell’uomo, che puntualmente scivola in stadi di inciviltà.

Il questore De Iesu commentava dopo la mezzanotte: “Questa sera abbiamo assistiti a veri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza”.

La protesta incivile italiana

Ma la rabbia sociale che monta nel paese è confluita purtroppo in un’esplosione di inciviltà generalizzata: alle immagini della piazza di Napoli, a cavallo tra il fine settimana del 22 ottobre e la prima metà della settimana successiva migliaia sono scesi in piazza tra Catania, Roma e Milano con il Viminale che parla di vera e propria guerriglia urbana: 28 giovanissimi sarebbero i fermati a Milano in seguito ai disordini di un corteo non autorizzato durante la serata tra lunedì e martedì 27; a Torino dove dagli scontri si contano una decina di feriti c’era chi invece appiccava incendi ai cassonetti dell’immondizia; a Roma invece chi approfittava e saccheggiava le vetrine di  un negozio di una grande firma di moda; a Catania bombe carte volavano contro la Prefettura.

Tensioni internazionali, oggi il Consiglio di Difesa

Sotto la lente d’ingrandimento delle Autorità anche le tensioni che travalicano i confini internazionali: è stato infatti convocato per la giornata di oggi – 27 ottobre, ore 17 – presso il Quirinale  la riunione del Consiglio Supremo di Difesa dal Presidente Sergio Mattarella. Tra i punti all’ordine del giorno: “Conseguenze dell’emergenza sanitaria sugli equilibri strategici e di sicurezza globali, con particolare riferimento alla Nato e all’Unione Europea. Aggiornamento sulle principali aree di instabilità e punto di situazione sul terrorismo transnazionale. Prospettive di impiego delle Forze Armate nei diversi teatri operativi; Prontezza, efficienza, integrazione ed interoperabilità dello Strumento Militare nazionale. Bilancio della Difesa e stato dei programmi di investimento in relazione alla fluidità del contesto di riferimento e agli obiettivi capacitivi di lungo periodi”.

Foto di Anna Om; fonte 123rf.com

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