In occasione del rilancio di Dylan Dog, ripercorriamo brevemente la tradizione fumettistica italiana.
Certo è che i lettori più fedeli si saranno meravigliati quando, sfogliando le pagine del numero 337, le hanno ritrovate piene zeppe di colori. Il fumetto di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo più famoso al mondo, vanta infatti una prestigiosa storia pluridecennale di narrazione in bianco e nero. Che è stata infatti puntualmente ripresa a partire dal numero successivo, in cui la storia del detective del paranormale subisce una svolta clamorosa.
Ecco svelato uno dei “segreti” di questa fortunatissima serie a fumetti, che dal 1986 riesce a tenere incollati alle pagine grandi e piccoli: la capacità di reinventarsi incessantemente.
Dylan Dog rappresenta forse il più conosciuto esponente della grande tradizione fumettistica italiana, noto anche ai non appassionati del genere. Bisogna però sapere che si tratta soltanto della punta dell’iceberg di una storia che si porta avanti efficacemente dalla nascita, avvenuta agli inizi del Novecento con le illustrazioni del Corriere dei Piccoli, inserto domenicale del Corriere della Sera dedicato ai ragazzi. Accanto al detective londinese creato da Tiziano Sclavi prendono posto all’interno della scuderia Bonelli (il più grande editore di fumetti italiano) personaggi consegnati ormai alla storia come Tex Willer – la cui serie a fumetti è la più longeva d’Italia – Zagor, Nathan Never, Martin Mystère, e nuovi eroi già di culto quali Adam Wild, Dragonero e gli Orfani. Il primo di questi ultimi è un ribelle esploratore scozzese amico degli indigeni, che cerca di difendere dalla minaccia della schiavitù, protagonista dell’omonima serie a fumetti nata nell’ottobre scorso; Dragonero, al secolo Ian Aranill, le cui avventure sono pubblicate da giugno 2013, è invece un prode cacciatore di draghi e scout al servizio dell’Impero, dotato di alcune capacità straordinarie che gli derivano dall’aver bevuto accidentalmente del sangue di Drago; gli Orfani, infine, sono un gruppo di giovani guerrieri che combattono una guerra apocalittica contro misteriosi alieni sullo sfondo di un pianeta Terra devastato e prossimo al tramonto.
Tra gli autori più influenti nel mondo del fumetto, è senza dubbio da annoverare il nome di Roberto Recchioni, giovane sceneggiatore e soggettista di molti grandi successi della Bonelli Editore, come Dylan Dog, Tex e Orfani. Recchioni si inserisce così nell’olimpo dei fumettisti italiani, affiancandosi a personaggi del calibro di Angela e Giuliana Giussani, autrici di Diabolik, il fumetto noir italiano per eccellenza che dominò la scena tra gli anni Sessanta e Settanta; Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini, autori di Tex, il western più famoso d’Italia; Claudio Villa, disegnatore e copertinista, tra gli altri, di Tex e Dylan Dog; Silver (nome d’arte di Guido Silvestri), storico creatore e disegnatore dell’irriverente Lupo Alberto; fino ad arrivare a Hugo Pratt, il padre di Corto Maltese, il marinaio protagonista dell’omonimo romanzo a fumetti, l’antesignano per antonomasia dei moderni graphic novel e, probabilmente, il più bel fumetto italiano di sempre.
Christian Maria Savastano