Incominciamo dai dati: tra il 29 ed il 30 ottobre l’incremento giornaliero dei nuovi casi positivi registrato dalla Protezione Civile si attesta a 31.084 ed un numero di deceduti pari a 199. Osservando le curva del “Totale dei positivi” e quella dei “Nuovi Positivi” è possibile notare come entrambe crescano a livelli esponenziali.
A fronte di un numero di tamponi effettuati che aumenta – più 13.633 rispetto al 28 ottobre – su 215.085 totali il numero di positivi sfiora il 7 percento.
Il monitoraggio settimanale dell’ISS
Rimanendo all’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità – pubblicato il 30 ottobre – in relazione al periodo sotto osservazione tra il 19 ed il 25 ottobre l’Italia vivrebbe una fase di peggioramento dell’epidemia: “Con un numero di nuovi casi quasi raddoppiato rispetto alla settimana 12-18 ottobre – 100mila casi rispetto ai complessivi 52mila, sono le cifre annoverate nel report settimanale – compatibile ancora complessivamente con uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione con uno scenario di tipo 4”.
Ma l’Istituto informa su di una velocità di trasmissione del virus in alcune regioni italiane tale da poter parlare già di fase 4 “con rischio di tenuta dei servizi sanitari nel breve periodo”.
Nelle conclusioni infine specifiche sull’indice Rt nazionale – il tasso di contagiosità dopo l’introduzione delle misure di contenimento – “che attualmente si colloca a 1.7 nel suo valore medio e a 1.49 nel suo intervallo di confidenza minore, indicando un avvicinamento allo scenario 4”. Una situazione per l’Istituto “complessivamente critica sul territorio nazionale con impatto importante in numerose Regioni/PA italiane”.
Che cos’è lo scenario 4
Un report quello dell’ISS pubblicato ieri a proposito dell’evoluzione della pandemia una settimana fa. Intanto il virus ha continuato a bruciare terreno. Dunque, all’inizio di novembre da questa ancora non decretata fase 4, cosa dovremmo aspettarci.
Dalla definizione offerta dall’Istituto superiore di Sanità ci troveremmo in una situazione di “trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5”.
In una così descritta situazione si presenteranno come necessarie “misure di mitigazione e contenimento più aggressive” che tuttavia avrebbero un influenza relativa sul sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi “senza la possibilità di tracciare i nuovi casi”.
Esiste un però per ovviare a tale direzione, che sembra prossima: “A meno che l’epidemia non si diffonda tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili, ad esempio gli anziani”.
Foto di Il Vagabiondo; fonte unsplash.com
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