Dama a due facce.

Capitale di tre imperi, l’insenatura che un tempo fu Costantinopoli è il ponte culturale tra l’Europa e l’Asia minore. Le moschee che si stagliano verso l’orizzonte infinito aprono a un’atmosfera ibrida, a metà tra la tangibilità del noto e l’irrequietezza dell’ignoto. In un contesto socio-culturale unico al mondo si sviluppa la vita della metropoli più popolata d’Europa, dove i pendolari attraversano il Bosforo con piccole navi che salpano con la frequenza di un autobus in quel di Londra. Istanbul spicca per le infinite varietà di vite che respirano nel suo cuore perennemente in subbuglio. Simbolo della Turchia, è una realtà a metà, proprio come esemplificato dalla sua divisione tra parte europea e asiatica, ma soprattutto dalle donne che la popolano. In questo contesto le donne rivestono un ruolo principale. Spostandosi da un versante all’altro del Bosforo è facilissimo notare le differenze tra il fronte consumistico europeo e quello più castigato asiatico. Nel primo è possibile notare una trasumanza di signore vestite alla occidentale che si spargono per i negozi di stile capitalistico e si fermano a chiacchierare in un bar luminoso e rutilante, miste a gruppi di turisti. Senza inibizioni per quanto riguarda l’alcol, le turche d’Occidente si sentono europee a tutti gli effetti.

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