È il dato emerso dal primo Censimento permanente delle imprese formulato e redatto dall’Istat che ha permesso di approfondire lo stato di “Digitalizzazione e tecnologia nelle imprese italiane” relativamente al periodo compreso tra il 2016 ed il 2018.

Il focus sulla digitalizzazione

Nell’analizzare lo stato dei processi di digitalizzazione delle imprese italiane, l’Istituto di statistica ha interpretato la particolare tematica “integrando il monitoraggio degli investimenti in tecnologie digitali di tipo infrastrutturale – connessione a internet, acquisto di servizi cloud – con l’individuazione di investimenti più specializzati che possano segnalare uno spostamento verso il pieno utilizzo delle risorse digitali disponibili – BigData, applicazioni di Internet delle cose, stampa 3D, robotica, simulazione”.

La realtà italiana

Dall’analisi degli statistici, il gruppo più numeroso delle imprese – ovvero il 45 percento – sarebbe del tipo “costruttivo, in relazione allo sforzo di individuare una chiara strategia digitale”.

Nello specifico, le imprese avvertono “interesse ad affrontare le sfide e le opportunità offerte dalla connessione a Internet in mobilità – utilizzata in misura crescente anche all’interno di siti produttivi manifatturieri, oltre che nei settori dei servizi – ponendo quindi  le condizioni per l’utilizzo integrato anche di altre tecnologie, come l’Internet delle cose o, in genere, la sensoristica in remoto”.

Nel mezzo, tra imprese “costruttive” ed imprese “mature”, quelle “sperimentatrici” – il 22,1 percento – “alla soglia della maturità digitale che stanno sperimentando diverse soluzioni informatiche, anche combinate tra loro, in modo da ottenere i maggiori vantaggi in termini di efficienza e produttività”.

Sul dato poi di quelle imprese considerate “mature” – ovvero il 3,8 percento –  l’Istituto descrive queste come aziende “caratterizzate da un utilizzo integrato delle tecnologie disponibili, che sono un punto di riferimento per l’intero sistema delle imprese pur rappresentando solo il 3,8 percento del totale”.

Infine, le imprese considerate “asistemiche”, il 28,6 percento. Queste, pur avendo percezione delle potenzialità del digitale faticano nel processo di transizione organizzativa sistematicamente digitalizzata.

Foto di Alex Kotliarskyi; fonte unsplash.com

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