Per raccontare l’Italia che riparte è il leitmotiv della giornata che inaugura la rassegna d’incontri organizzati dalla testata giornalistica economica: 8 tappe per concentrarsi  sulle sfide e gli obiettivi di una galassia economica che deve necessariamente ripartire in compagnia di esperti,  professionisti, imprenditori, rappresentanti dei mondi dell’università e della ricerca “che hanno fatto la differenza e che attraverso la loro esperienza possono essere l’esempio da seguire per cogliere nuove opportunità di sviluppo”.

Quattro sessioni – Resistere, Ripartire, Reinventarsi e La forza dell’Innovazione – durante le quali si sono alternati collegamenti con numerose personalità, tra le quali il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz, il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, il Presidente Adler Paolo Scudieri, l’amministratore delegato di EY Italia Massimo Antonelli, il direttore generale Tecnica, Ricerca ed Innovazione di Engineering Orazio Viele, il cofondatore di Bending Spoons – la progenitrice dell’applicazione Immuni – Luca Ferrari ed il presidente dell’Università Telematica Pegaso Danilo Iervolino.

La forza dell’innovazione

L’argomento è centrale all’interno del dibattito pubblico e sulle agende dei governi, tanto prima quanto dopo lo spartiacque epocale della pandemia. Dunque, una logica titolazione della sessione per gli interventi di chi, senza giri di parole, sta facendo la differenza perché al lavoro sull’innovazione da sempre.

Nella particolare cornice, è intervenuto Simone Demarchi, ad di Axpo azienda specializzata nel campo dell’energia con “2,4 miliardi di fatturato, mezzo milione di clienti in Italia e quarto operatore del mercato libero”.

Ha proseguito Luca Ferrari –35 anni – cofondatore nel 2013 di una start up a Copenaghen trasferita nel 2014 a Milano, che vanta 250milioni di download di propri prodotti app mobile nel mondo e la cessione a titolo gratuito dell’applicazione di tracciamento al governo italiano.

Ha fatto poi seguito l’intervista ad Antonella Folgori, amministratore delegato di Reithera, società scientifica che lavora allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19 all’interno del consorzio paneuropeo con la tedesca Leukocare e della belga Univercells S.A.

Discorrendo di innovazione e della sua forza, sul versante università la parola dunque al presidente dell’Università Telematica Pegaso, Danilo Iervolino.

“Un caso interessante da affrontare – spiega nell’introduzione il giornalista Luca Orlando del Sole24Ore – perché, con riferimento a quelle università che si sono riconvertite in virtuale, alla didattica remota, a distanza per effetto del Covid, Pegaso ha già nel dna questa struttura”.

L’università Pegaso al tempo del coronavirus

“Negli ultimi tre mesi c’è stato un grande scatto in avanti. – Esordisce il presidente Iervolino – Tutti hanno imparato ad utilizzare le tecnologie informatiche con maggiore dimestichezza ed improvvisamente la formazione online non è stata considerata poco trasparente , inusuale, trasgressiva. Su Google le ricerche per corsi online sono aumentate del 300 percento”.

Il focus poi sull’università Pegaso: “Noi, negli ultimi tre mesi, abbiamo registrato un aumento delle iscrizioni pari al 35 percento rispetto all’anno precedente. In media, ogni anno cresciamo del 30 percento. E, con riferimento agli ultimi tre mesi, sicuramente abbiamo aiutato ad avvicinarsi allo studio tante persone, anche perché l’investimento più fruttuoso per i giovani, per i lavoratori, per tutti coloro che vogliono riconvertire le proprie competenze è sicuramente la formazione”.

Con una distinzione tra le modalità di apprendimento, Iervolino pone una specifica sul nuovo paradigma, quello della “formazione telematica, che non deve essere confuso con le videoconferenze delle scuole o delle università tradizionali. Queste sono modalità asincrone di interazione, nelle quali il modello di formazione in presenza è stato trasferito con l’apporto del sistema video”.

“Tutt’altra cosa è la formazione a distanza. – Chiarisce – Avere una piattaforma con dei tools che garantiscono un coinvolgimento travolgente dello studente attraverso video on demand, esercitazioni, attività tutoriali, con tutte quelle implicazioni pedagogiche che permettono allo studente giovane e meno giovane di poter seguire le lezioni secondo la logica dove vuoi e quando vuoi”.

Pegaso punta all’estero

La trattazione passa infine alla sfida formativa di Pegaso che adesso punta ad esportare il proprio modello all’estero: “Si parla sempre del Made in Italy che deve essere esportato, magari con riferimento all’alimentare o alla moda. Ebbene, credo vi sia un prodotto che meriti ancor più. Ovvero, quello della cultura italiana. Il nostro modello pedagogico, lo dico a carattere generale da italiano, è coinvolgente”.

Conclude sui prossimi orizzonti della formazione: “Abbiamo avuto tantissime richieste. Stiamo andando in Egitto, in Turchia, in Sud Africa, in India ed in Cina per l’apertura di presidi”.

Foto di Riccardo Annandale; Fonte unsplash.com

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