Clubhouse è un nuovo social network lanciato a marzo 2020 ma in rapidissima ascesa. È uno dei social del momento e ci si chiede perché, visto che sulla piattaforma non sono presenti né testi, né foto e neanche video.
Come funziona
Alla base del social network quindi troviamo gli audio. E non i soliti messaggi di testo o commenti. È suddiviso in stanze in cui l’utente può decidere di entrare e discutere di vari argomenti utilizzando il proprio microfono. Queste sono indicizzate tramite le preferenze espresse in fase di registrazione e, successivamente, dalle persone che si deciderà di seguire, il che renderà la propria vetrina di “stanze” unica e personalizzata. All’inizio, per tutelare chi già utilizza la piattaforma da diverso tempo, ci si unisce a una stanza come semplice ascoltatore e col microfono disattivato. Successivamente si potrà “alzare la mano” tramite la relativa icona, così da poter parlare e dire la propria.
La particolarità di Clubhouse è che nulla viene registrato, garantendo al massimo la privacy dei propri utenti ed è forse questo uno dei punti di forza che sta rendendo il social network così popolare.
Solo per iPhone e solo per pochi
Al momento, essendo Clubhouse ancora agli inizi, è possibile accedere alla piattaforma solo tramite un invito generato da chi è già presente attivamente sul social network e utilizzando il proprio numero di cellulare. L’adesione è riservata solo ai maggiorenni e solo a chi possiede un iPhone… almeno per ora. È infatti già in sviluppo un’app destinata ad arrivare su Play Store, anche se non si conoscono ancora le tempistiche.
Gli ideatori, Paul Davison e Rohan Seth, sono rispettivamente ex dipendenti di Pinterest e di Google e hanno deciso di creare questo particolare social in piena pandemia, come a voler aumentare la vicinanza delle persone con la loro voce. Così Clubhouse ha ricevuto un finanziamento di 100milioni dalla società di venture capital Andressen Horowitz ed è attualmente valutata con oltre 1 miliardo di dollari.
Solo il tempo ci dirà se il nuovo social sarà realmente un successo, ma crediamo che l’idea innovativa dell’utilizzo della voce, che richiama i podcast tanto in voga alla fine degli anni 2000, farà ancora parlare di sé.