
C’è un robot tra gli scavi del tempo che fu. Una “bestia gentile” – e “geniale” – percorre Pompei in lungo e in largo. Spot è un quadrupede d’acciaio, di color giallo vivo. Le sue “zampe”, in realtà, viste da vicino, lo fanno assomigliare piuttosto ad una enorme formica. Una di quelle grosse che dominano il loro “esercito” nelle campagne. O forse… Spot è più simile ad una cavalletta, immobile prima di spiccare uno dei suoi lunghi balzi. Ma il “volto” di questo “eroe” degli scavi ci fa pensare immediatamente a Batman. Sì, Spot ci “fissa” con una maschera nera uguale a quella dell’uomo pipistrello di Gotham City.
Sarebbe un’esperienza particolare incontrare Spot durante una visita agli Scavi. Noi… con la mente tutta “presa”, catturata dal “mondo antico”. Con Spot, ci passerebbe accanto il “senso della storia”. Il “senso”, sì, cioè la sua “direzione”. Vale a dire il percorso incessante verso il “nuovo”. Da un lato le soglie delle case dove i pompeiani hanno mangiato, fatto l’amore, e poi i banchi degli esercizi commerciali dove hanno proposto e venduto la loro merce. In una parola: da un lato le famose “pietre che ci parlano”. Dall’altro questo animale d’acciaio a quattro zampe, che pare annusare, cercare, scovare cunicoli, e poi s’infila dappertutto.
Ispezionare in condizioni di sicurezza
Il “senso” dell’”esistenza” di Spot, la sua “missione”, è il monitoraggio di quelle aree archeologiche alle quali l’accesso è precluso (per gli umani). Zone pericolanti, di dubbia praticabilità o statica tutta da verificare. Luoghi in cui, insomma, non si può entrare, ma nei quali non può non entrare la scienza, che non dobbiamo e non vogliamo fermare. Dunque Spot rende edotti i ricercatori che lavorano a Pompei riguardo, ad esempio, allo stato di avanzamento di un cantiere. Ma può penetrare, come un agente segreto, anche nei cunicoli sotterranei ottenuti degli “scavatori clandestini”. Ha praticamente una “doppia vita”, Spot. Archeologo e “cyber-osservatore della classicità”, durante alcune ore. 007, investigatore del buio delle grotte scavate dai tombaroli, in altre circostanze. È importante sottolineare che nel 2022 è fondamentale imparare a “convivere” con molta scioltezza con queste macchine “intelligenti”. Esse rappresentano una “compagnia” che diventerà sempre più naturale e quotidiana.
Anche Spot, il robot, ha un amico
Spot, in realtà non è solo. Anche quando Pompei è “tutta sua”. E può “scorrazzare” in libertà come un vero “pet” portato all’aria aperta. Sempre telecomandato, è naturale. Dicevamo che, in ogni caso, Spot non è mai completamente solo. In questa fase di sperimentazione, infatti, a Pompei si avverte anche un ronzio proveniente dall’alto. Si chiama Leica BLK2FLY, ed è il primo laser scanner volante, ed è capace di effettuare, in autonomia, scansioni 3D di siti o di reperti oggetti di studio. Insomma, nuovi compagni per i visitatori, nuovi “colleghi” per gli studiosi. Nuovi “amici geniali”, diremmo. Ci dobbiamo abituare, anche perché non è per niente difficile. Questi animali d’acciaio sono persino simpatici… Verrebbe quasi da andare ad accarezzarlo, quel “cagnone” di Spot!
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