Maggiore efficienza, più efficacia e la capacità di trasformare la società. Secondo gli analisti di Gartner saranno questi i tre paradigmi che guideranno lo sviluppo tecnologico nel prossimo decennio. Già in quello appena trascorso abbiamo visto come questo si sia evoluto, velocizzato e in molti casi sfociato in soluzioni di natura ibrida. Questi tre paradigmi guideranno una rivoluzione tecnologica che destabilizzerà tutto quello che già conosciamo, ma è proprio la tecnologia oggi nelle nostre mani a richiederlo.

Previsioni in dettaglio

Seguendo il pensiero dei Gartner, ci ritroviamo prima nella valutazione dell’attuale tecnologia: spinta all’eccesso, spremuta fino all’osso. In parole povere, spinta fino ai suoi limiti. E i limiti, si sa, conoscono in larga misura due destini: un arresto o un superamento. Questo si traduce, per i Gartner, in un approccio alla tecnologia che sarà da ora in poi non convenzionale, almeno non secondo i paradigmi odierni.

Ciò che dirai a lavoro potrà essere registrato e analizzato

Le videoconferenze non sono di certo una novità, ma non sono mai state così intense come oggi. Non sono rari i casi in cui vengono digitalmente registrate. Ciò ha già portato all’uso di software capaci di analizzarle (basti pensare ad alcuni messi in atto in campo universitario per controllare il comportamento degli studenti durante gli esami) e porterà a un progressivo aumento di produzioni tecnologiche destinate all’uso dei data analytics. Questi potranno essere utilizzati per prevedere le future performance dei dipendenti nelle successive videoconferenze, ma aprirà probabilmente dei dibattiti sul fronte della privacy. Comunque sia, le stime dei Gartner arrivano a un 75% di videoconferenze registrate e analizzate entro il 2025.

Finita l’epoca dei computer ‘stupidi’

Molti corsi di informatica nei primi decenni del nuovo millennio si aprivano con la seguente frase: “i computer sono fondamentalmente stupidi, perché non compiono azioni fino a quando non gli si verrà detto di farlo”. Bene, quest’epoca sembra giunta ormai al termine, così come i modernissimi chip di cui ci dotiamo, che in quest’ottica sono già superati. Questo perché sono, appunto, già ampiamente sfruttati, e i nuovi paradigmi di innovazione richiederanno una nuova tecnologia. Ecco così l’arrivo del computer neuromorfico, capace di pensare e agire come un cervello umano. Questi computer saranno necessari in vista della necessità, nel prossimo futuro, di una potenza di calcolo sempre più massiccia e trainata dall’IA, la visione artificiale e i sistemi di riconoscimento vocale. Il tutto entro il 2025.

Un supporto durevole basato sul DNA

Con tutti questi nuovi software e un computer neuromorfico capace di farli funzionare, si fa avanti una nuova problematica che, in realtà, è vecchia come il mondo: lo storage dei dati. Sempre secondo gli analisti di Gartner, entro il 2024 il 30% delle compagnie digitali inizierà per lo meno una fase di test per una nuova tecnologia di archiviazione dati. Questa sfrutterà un filamento di DNA sintetico, con la codificazione dei dati digitali nelle coppie a base di nucleotidi, capace di autoripararsi in caso di danneggiamento ed essere quindi più duraturo. Oggi si producono più dati di quanto siano in realtà capaci di memorizzare i moderni sistemi di storage (che possono garantirne la memorizzazione per la durata massima di 30 anni).

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