Probabilmente qualcuno avrà visto questi ragazzi nelle stazioni delle metropolitane cittadine, a Torino, Napoli, Milano. Ma anche per le strade di Lucca o di Mantova, con i loro coloratissimi costumi e una luce speciale negli occhi. È il fenomeno Cosplay. Il motivo è che stanno interpretando, anzi, letteralmente “vestendo i panni” dei loro personaggi più amati. Di più, ne stanno indossando il corpo. Di chi? Di eroi dei fumetti, ma non solo. Anche di protagonisti di videogiochi, serie tv, band musicali, specialmente se giapponesi o coreane. Sono i cosplayer. In genere giovanissimi. Ma non solo.
Cosplay è una delle cosiddette parole macedonia, cioè neologismi creati dall’unione di due o più termini. In questo caso si tratta di costume e play. Cosplayer è dunque chi dà vita e realtà, per così dire, ad un personaggio nato dalla fantasia, ad esempio, di un fumettista o di un regista, ed interpreta questo ruolo, in genere, in occasione delle grandi manifestazioni dedicate al mondo delle espressioni artistico-narrative contemporanee. Parliamo, appunto, della “nona arte” (come da tempo è definito il fumetto), ma anche dei film d’animazione, dei giochi di ruolo, ecc. Ogni espressione creativa che possa partorire un personaggio da amare, per il quale e con il quale gioire e soffrire, fornisce soggetti nuovi al fenomeno cosplay. E in quelle enormi “fiere della fantasia” che sono il Lucca Comics and Games, il Napoli Comicon e tante altre, accade che maschere, trucco, costumi, spalancano la porta ad amicizie destinate a durare nel tempo.
Un po’ di storia
In Italia le prime apparizioni di cosplayer risalgono agli anni ’90, quando nelle principali Fiere del Fumetto fecero la loro folgorante comparsa le sezioni dedicate ai manga ed agli anime giapponesi. Non si trattava solo di riviste e saghe su carta, ma anche di audiovisivi e di games. Un mondo straordinario faceva capolino in questi maestosi raduni di ragazzi, che sembravano quasi raccogliere il testimone delle varie Woodstock degli anni ’70. Dalla “fantasia al potere” dei potenti ideali politici di vent’anni prima (se ci è concesso un passaggio quasi sociologico), si saltava al “potere della fantasia” sulle menti delle nuove generazioni, che scoprivano nuove strade per sognare ed aggregarsi, fare gruppo, fare esperienze di affinità e di stimolanti alterità. Si poteva conoscere il mondo anche attraverso gli occhi truccati di un Jocker, di un Batman o di un Robot eroe come Mazinga. Questo sogno no si è più arrestato.
Fenomeno cosplay: un modo per viaggiare “nell’altro”
Le Fiere del Fumetto o dei Games sono diventate, da un po’ di anni a questa parte, dei veri e propri palcoscenici immensi, in cui migliaia di ragazzi “escono da sé” e penetrano fino in fondo in un’alterità amata e ammirata, fino a volersi “fondere” con essa. Un “sotto-insieme” del fenomeno cosplay è rappresentato dai cross-players, che potremmo definire come “attraversatori di genere” del play. Sono coloro che realizzano cosplay di personaggi di sesso opposto rispetto a loro. Pian piano si è evoluta anche la figura del Cosplay Original, cioè del cosplayer che crea il proprio personaggio “originale”, dal nulla. In questo caso il cosplayer crea ed interpreta fedelmente anche la storia del proprio personaggio. In ogni caso il fenomeno cosplay è in continua crescita, e ci permette di gettare un’occhiata più approfondita sulla fantasia e sul desiderio di mondi “altri” ( cioè di conoscenza) che pulsa nel cuore dei giovani.