Dopo i dati diramati dall’Istituto nazionale di Statistica sul calo demografico italiano, arriva la ricerca scientifica condotta dal gruppo di studiosi guidati da Christopher Murray dell’università di Seattle e pubblicata sulla rivista internazionale The Lancet a proposito del destino dell’homo sapiens in vista di cambiamenti epocali nelle dinamiche sociali e nelle economie.

“Scenari di fertilità, mortalità, migrazione e popolazione per 195 paesi e territori dal 2017 al 2100: un’analisi di previsione per lo studio sull’onere globale delle malattie” è il titolo della ricerca pubblicata lo scorso 14 luglio.

I risultati dello studio

Con riferimento al periodo considerato, a livello globale la curva relativa alle aspettative di vita tendenzialmente procede verso aumenti sempre più lenti e, parimenti, il tasso di fertilità globale di riferimento – escludendo i casi di curve estreme – prevede che nel 2100 una donna in media abbia 1.66 figli, un dato che presenta una differenza sostanziale se confrontato con il dato odierno di 2.37.

Conseguenzialmente, lo studio propone i propri scenari di popolazione globale, “combinando mortalità, fertilità e migrazione”. “Abbiamo previsto – spiegano i ricercatori – che la popolazione globale raggiunga il picco di 9,73 miliardi di persone nel 2064 e poi scenda a 8,79 miliardi nel 2100”. Con riferimento ai singoli paesi, con previsione entro il 2100, in Cina ad esempio – con riscontro al calo di popolazione globale – abiteranno circa 700 milioni di persone.

Le previsioni sull’Italia

Il Bel Paese assisterà, secondo lo studio, al dimezzamento della propria popolazione passando dai 60.6 milioni – riferimento al 2017 – ai 30.54 milioni ed un tasso stimato di fertilità dal 1.33 del 2017 all’1.23, secondo le previsioni medie di riferimento, in generale con ripercussioni sull’economia.

L’Italia, nel 2017 stimata nona potenza mondiale per prodotto interno lordo – Gross Domestic Product – conserverà il posizionamento sino al 2030: nel 2050 raggiungerà la sedicesima posizione preceduta dalla Corea del Sud e seguita dalla Nigeria, e nel 2100 approderà alla posizione numero 25, preceduta dall’Irlanda e seguita dalla Spagna.

Foto di Laura Dewilde; fonte foto unsplash.com

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