Esistono stadi con un mito intrinseco inarrivabile, la cui fama supera frontiere oceaniche e la cui aura si espande di bocca in bocca come se si trattasse di un tempio mistico unico.
È il caso dello stadio Alberto José Armando, più conosciuto come Bombonera, lo stadio del Boca Juniors, sito nel quartiere della Boca di Buenos Aires. Chiunque ami il calcio non può esimersi dal visitare questo rettangolo di passione e furore, dove il pubblico conta talmente tanto da essere chiamato il giocatore numero dodici. Con movimenti sismici indipendenti, il recinto di gioco più caldo del globo è anche unattrazione turistica: la sua ubicazione è al pieno centro del quartiere portuale nel quale gli immigrati italiani, proveniente soprattutto da Piemonte e Liguria, approdarono in massa nella meta del diciannovesimo secolo per sfuggere alla povertà e allinedia di unItalia ancora zoppicante.
Un nome, un programma. Il suo soprannome risale alla colorita definizione del suo architetto, José Delphini, che una volta ultimata la costruzione lo definì come una scatola di cioccolatini, quelli da lui ricevuti il 25 maggio 1940, giorno dell’inaugurazione. Con una capienza di 58mila spettatori, ospita al suo interno il Museo de la Pasión Boquense, una tappa obbligata per ogni appassionato di calcio del pianeta che intende conoscere da vicino lidentità della squadra più rappresentativa della passione clacistica argentina, quel Boca Juniors club del popolo che si contrappone allopulenza del River Plate, che dallo stesso quartiere si trasferì molto presto nel borghese quartiere di Nuñez, al nord di Buenos Aires. Al suo interno il tremolio della Doce scandisce landamento di ogni incontro: i tifosi più accesi del Boca cantano sempre, anche quando la loro squadra perdere. Nel prepartita e nellintervallo i loro salti sono dei veri e propri tonfi. Il perché? Semplice: sotto di loro si trova lo spogliatoio della squadra avversaria, che va intimorita a dovere. Il mito immortale di MaradonaEsistono persone che legano indissolubilmente il loro nome a una città o a una squadra di calcio. Diego Armando Maradona, prima di diventare il miglior giocatore di sempre rendendo grandissimo il Napoli, aveva acceso lentusiasmo dei tifosi del Boca Juniors. La squadra del popolo di Buenos Aires vedeva in questo giovane ventenne tutto ricci e muscoli limmagine dellumiltà che si arrampica fino al vertice del potere. Un potere conquistato con il talento e la dedizione. Il Maradona della Bombonera era già un idolo delle folle, nonostante la giovane età, e ancora oggi, diciotto anni dopo il suo definitivo ritiro, tanti sono i murales che lo ritraggono nelle strade adiacenti alla Bombonera, tra le quali spicca il coloratissimo Caminito, e vi è perfino un sosia che si fa pagare dai turisti per apparire nelle loro foto. La leggenda eterna di questo calciatore è talmente grande che anni fa la dirigenza del Boca gli ha riservato una loggia nel palco VIP per assistere alle partite quando gli pare e piace. Giallo e bluDallesterno si nota immediatamente la luminosità del giallo dei pilastri e delle trasversali, alternato a una sola striscia blu a tre quarti di altezza. Un po il contrario della maglia del Boca, quasi completamente blu e con una striscia orizzontale gialla allaltezza del petto. Questi due colori sono ufficiali dal 1907, quando i soci decisero di cambiare linsipida maglia bianca originale. La scelta però, sarebbe spettata al fato: i colori da adottare sarebbero stati quelli della bandiera della prima nave che sarebbe approdata al porto. E la prima nave proveniva, infatti, dalla Svezia.