Il concorso City of the Future nasce per mano della fondazione per l’innovazione no profit Nesta Italia, articolandosi tra le linee guida del programma S+T+ARTS (Scienza, Tecnologia, Arti) previsto come uno dei beneficiari del fondo Horizon 2020 (77 miliardi destinati all’innovazione dalla Commissione Europea).

Hub regionale

Sono stati quasi 80 gli artisti che hanno presentato un progetto, giudicato da una giuria composta da vari esponenti della ricerca e della cultura (come la curatrice Ilaria Bonaccossa e l’imprenditrice Mariona Ciller) ma solo tre di questi sono i destinatari del premio di 17.000 euro (ciascuno) e della possibilità di collaborare con un’azienda o un centro di ricerca del Piemonte per poter realizzare il loro progetto (tra cui troviamo il Centro Nexa, IREN, Politecnico di Torino, ISI Foundation ed altri). A conoscere i progetti in anteprima è stata Arteconomy24 che ha riconosciuto tra questi il tema ricorrente del’Intelligenza Artificiale, con le sue opportunità e le sue sfide.

Obiettivo di City of the Future è la volontà, per Nesta Italia, di creare un futuro hub regionale che possa mettere in relazione realtà normalmente distanti (perché appartenenti a campi diversi) riunite con l’obiettivo di trovare nuove strade per lo sviluppo territoriale. I tre progetti, quindi, non sono che l’inizio di questo futuro Hub che tenterà di raccogliere nuove proposte. La particolarità di City of the Future è proprio la contaminazione tra artisti, tecnologia e innovazione, che trova nella realizzazione dei futuri progetti la manifestazione di questi incontri.

Vincitori e progetti

Primo classificato

Claire Tolan è la prima dei tre vincitori e il suo progetto riguarda l’assistente vocale Soother che usa la particolare tecnica dell’ASMR che negli ultimi anni spopola sul web tramite soprattutto piattaforme come YouTube, con video dedicati che ogni giorno raccolgono milioni di views. Alla base del progetto c’è la volontà di aiutare le persone che si ritrovano in situazioni di isolamento sociale, un tema quantomai attuale e per questo il progetto è in realizzazione con l’azienda CELI, specializzata in progetti di questo tipo.

Secondo classificato

Come secondo vincitore troviamo lo Studio Above & Below, un duo fondato rispettivamente da Daria Jelonek  e Perry-James Sudgen con sede a Londra e che ha presentato il progetto Adapting Emotion, ovvero un’indagine sulla prospettiva emotiva che un’intelligenza artificiale può portare con sé rispetto a un cervello umano, che porterà alla realizzazione (in collaborazione con il Politecnico di Torino) di speciali sculture che verranno poi collocate in spazi pubblici. È molto probabile che vi si potrà interagire tramite sistemi di realtà aumentata.

Terzo classificato

La terza vincitrice è Giulia Taurino col suo What remains invisible: the art that we don’t see, ovvero un prototipo per un “randomizer” digitale da utilizzare nella creazione di mostre virtuali con una selezione di opere scelta da un apposito algoritmo. La realizzazione avverrà insieme all’ISI Foundation (e con partner culturali Superbudda, Viadellafucina16 e Associazione Arteco) per comprendere come l’IA possa aiutare nella riformulazione della conoscenza in istituzioni artistiche.

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