L’iter della legge cinese sulla sicurezza nazionale ad Hong Kong compie un nuovo passo: approvata da un ampissimo Congresso del Popolo cinese lo scorso 28 maggio, il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo – organo legislativo cinese superiore – ha ratificato la decisione del Congresso con 162 voti – all’unanimità – per “stabilire e migliorare il sistema legale e i meccanismi per la salvaguardia della sicurezza nazionale ad Hong Kong”.
Lo riferisce la fonte RTHK, che anticipa la promulgazione della legge nell’ordinamento di Hong Kong da parte delle autorità dell’ex protettorato britannico.
Una legge senza dettagli
Non è al momento disponibile alcun testo di consultazione per apprendere i contenuti dell’atto di matrice politica cinese che ricadrà sulla quotidianità di Hong Kong.
Si fa riferimento dunque ad alcune linee di orientamento diramate dall’agenzia di stampa Xinhua con l’inasprimento delle pene per sovversivi e secessionisti contro l’autorità centrale di Pechino.
In generale, in caso di situazioni emergenziali prevarrà la legge continentale – legittimata con tale atto in materia di sicurezza – rispetto all’attuale legislazione vigente locale.
L’approvazione in un giorno non casuale
Il 1 luglio infatti del 1997 Hong Kong smetteva le vesti di ex colonia britannica ed abbracciava la concezione statale nota come “uno stato, due sistemi”. Ed è proprio in questa giornata che si alternano annualmente proteste contro l’influenza cinese sulla città.
Tutto nella norma per il capo esecutivo della città
Carrie Lam – dal 1 luglio 2017 alla guida della città – soltanto qualche giorno prima della ratifica aveva affermato come la nuova legge alimenterebbe un ciclo prospero per Hong Kong, colpendo una minoranza di facinorosi e pertanto presentandosi come un testo in linea con lo stato di diritto.
Foto di Oliver Hale; Fonte unsplash.com
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