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La privacy degli utenti è un argomento che desta sempre più interesse, oltre che clamore, e questo Google lo sa bene. Se un tempo gli spazi web erano creati dagli utenti per gli utenti, oggi sono per la maggior parte le imprese a offrire e gestire servizi utilizzati quasi ogni giorno da milioni di persone. La pubblicità è alla base di questo sistema, per questo Google starebbe pensando di evolvere le pubblicità sul web al fine di migliorare la gestione della privacy degli utenti. In altre parole, tra due anni potremmo dire addio ai fastidiosi (ed invasivi) Cookies. Ecco come

Google e Privacy Sandbox 

La manovra è stata annunciata da Google e prende il nome di Privacy Sandbox. Questo sistema è già presente come soluzione web ed oggi arriva anche sui sistemi operativi Android. L’iniziativa sarà a lungo termine, ovvero verrà supportata per almeno due anni, per creare la miglior versione di Privacy Sandbox insieme agli sviluppatori. 

Cos’è Privacy Sandbox

Nello specifico, si tratta di un’insieme di iniziative volte a creare nuove tecnologie in grado di proteggere la privacy degli utenti online. Fornisce alle aziende e agli sviluppatori strumenti per costruire un solido business digitale, in grado altresì di ridurre il monitoraggio sui siti e sulle app. Questo per garantire che tali servizi rimangano gratuiti tramite un nuovo modo di offrire pubblicità sul web. 

Come funziona

Come riportato da Google sul blog, nella persona di Anthony Chavez (VP of product management for Android Security & privacy) le soluzioni offerte da Privacy Sandbox “limiteranno la condivisione dei dati degli utenti con terze parti e funzioneranno senza identificatori tra app e app, incluso l’ID pubblicità (uno dei nuovi sistemi pensati da Google per migliorare le pubblicità, n.d.r.). Stiamo anche esplorando l’utilizzo di tecnologie che riducano una potenziale raccolta non richiesta di dati, e che permettano un’integrazione più sicura delle app con gli strumenti di sviluppo software pubblicitari.”

L’obiettivo è quello di offrire un approccio meno restrittivo e di “sviluppare soluzioni efficaci per la pubblicità digitale, affinché gli utenti siano consapevoli sul modo in cui le proprie informazioni sono utilizzate e protette. Allo stesso tempo, gli sviluppatori e le aziende continueranno ad avere a disposizione strumenti efficaci per lavorare con successo in ambiente mobile.”

A partire da oggi e per i successivi due anni, dunque, Google lancia questa fase di rodaggio in cui è pronta ad accogliere i commenti degli sviluppatori sulle possibili applicazioni di Privacy Sandbox per poi lanciare, entro la fine del 2022, una versione beta del servizio. 

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