fumo

L’Università degli Studi di Milano ha indetto un sondaggio tra i giovani per comprendere il loro rapporto con il fumo. L’azione fa parte della più ampia campagna “La Statale smoke-free peristili di vita liberi dal fumo in Università”. Sono oltre 7mila i giovani che hanno deciso di condividere le proprie risposte, e queste sono incoraggianti. Più del 60% ha affermato di non fumare e il 18% ha cambiato le proprie abitudini col fumo, smettendo o diminuendo durante la pandemia. 

Il questionario

Suddiviso in quattro sezioni, il questionario ha indagato principalmente:

  • sulle abitudini legate al fumo;
  • sull’utilizzo delle sigarette elettroniche e prodotti a base di tabacco riscattato;
  • sull’esposizione al fumo passivo;
  • conoscenze e opinioni.

Il tutto è partito con un invio diretto agli studenti dell’Università, regalando quindi un bacino d’utenza giovane, per poi allargarsi man mano a una platea più ampia. 

Chi ha risposto al questionario?

Oltre il 60% degli intervistati sono donne e le risposte sono state più di 7mila in totale. Le risposte sono state elaborate dal Laboratorio di Tossicologia Ambientale e Industriale del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità. L’età media degli intervistati è di 23 anni, con un minimo di 18 e un massimo di 71 anni. 

Fumo, abitudini e pandemia

Il 64% dei partecipanti si è dichiarato non fumatore, il 19% fumatore di sigarette tradizionali, il 10% ex-fumatore, il 3% utilizzatore di sigaretta elettronica o prodotti a base di tabacco riscaldato e il 4% utilizzatore duale, cioè sigaretta tradizionale e sigaretta elettronica o prodotti a base di tabacco riscaldato. Si sono osservate notevoli differenze tra le facoltà: si fuma di più a Scienze Politiche Economiche e Sociali (SPES) (35%) e Giurisprudenza (33,6%) e di meno a Medicina e Chirurgia (19%) e Scienze del Farmaco (20,2%). La maggior parte ha iniziato a fumare perché influenzato dagli amici, per piacere o per stress e senso di emancipazione. 

La pandemia da Covid-19 ha cambiato le abitudini al fumo del 18% degli studenti: tra questi, il 58% ha smesso di fumare o ha diminuito il numero di sigarette tradizionali o elettroniche al giorno, mentre il 33% ha iniziato a fumare o ha aumentato il numero giornaliero di sigarette tradizionali o elettroniche. 

Molti hanno affermato di utilizzare sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato come alternativa alla sigaretta tradizionale (43 e 46%), perché sono di moda o per curiosità (35 e 29%) e perché sono ritenute meno pericolose per la salute rispetto alla sigaretta tradizionale (34% e 43%).

Il 41% ha affermato di essere stato esposto a fumo passivo nell’ultima settimana, ritenuto particolarmente dannoso (94%) se proveniente dalle sigarette tradizionali. Il 56% ha affermato di ritenere dannoso il fumo passivo da sigaretta elettronica o da tabacco riscaldato. 

Gli studenti sono ampiamente a conoscenza delle normative nazionali sul fumo. Ad esempio il 96% conosce il divieto di fumo al chiuso nei locali pubblici, il 90% sa che è vietato gettare mozziconi per terra e il 79% sa che è vietato fumare in auto in presenza di bambini. Risultano invece poco conosciute le normative che riguardano la scuola: solo il 48% sa che una legge nazionale proibisce il fumo sia di sigaretta che di sigaretta elettronica e prodotti a base di tabacco riscaldato nelle aree all’aperto di pertinenza delle scuole e delle Università e solo il 51% è a conoscenza del Regolamento di Ateneo che recepisce questa normativa.

I partecipanti si sono infine dimostrati favorevoli ad accogliere nuove iniziative dell’Ateneo per proteggere la salute dei non fumatori e per aiutare chi vuole smettere di fumare: il 64% vorrebbe maggiori controlli sui divieti di fumo esistenti, il 54% percorsi per smettere di fumare dedicati agli studenti, il 40% delle campagne informative sui danni del fumo e il 25% specifici corsi sulle tematiche del fumo.

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