Manifestazione a Bruxelles dopo gli attentati di Parigi alla redazione di Charlie Hebdo ed al supermercato kosher - Belgio, febbraio 2015

Ad oltre cinque anni dagli attentati di matrice integralista religiosa di Parigi alla redazione del magazine Charlie Hebdo ed al supermercato Hyper Cacher nei quali perirono 17 persone, si apre nella giornata del 2 settembre – e sino al prossimo 10 novembre – presso la corte speciale d’assise della capitale francese il processo con al banco 14 imputati, oltre ai tre autori materiali delle stragi, uccisi in differenti momenti durante due conflitti a fuoco con le forze speciali della polizia francese al margine degli attentati.

Gli eventi

Al centro della capitale francese, a pochi passi da quel Bataclan epicentro di un altro vile atto terroristico soltanto qualche anno più tardi agli eventi oggetto dell’odierno giudizio, il 7 gennaio 2015 i fratelli Cherif e Said Kouachi assaltarono imbracciando dei mitra la redazione giornalistica del settimanale Charlie Hebdo, alle prese con la riunione per l’organizzazione del lavoro: morirono 12 persone.

Il radicalizzato Amedy Coulibaly invece l’8 gennaio a Montrouge – a sud della capitale – uccideva un agente della polizia e successivamente – il 9 gennaio – colpiva all’interno di un Hyper Cacher, un negozio con prodotti kosher, uccidendo 4 persone.

Tanto i fratelli Kouachi quanto Coulibaly sarebbero rimasti uccisi in quello stesso 9 gennaio: i primi in una tipografia alle porte di Parigi, il secondo asserragliato all’interno dello stesso supermecato kosher.

Il processo

Un “processo per la storia” commenta il quotidiano della capitale Le Parisien con 14 accusati di complicità con gli esecutori , 94 avvocati e 200 cittadini e istituzioni costituitisi parti civili.

Oltre agli accusati presenti in aula, il giudizio cadrà anche per la grande assente Hayat Boumedienne, al tempo delle stragi identificata come la compagna di Coulibaly ed oggi ricercata. Le ultime tracce rimandano ad un campo di prigionia con jihadisti francesi, dal quale sarebbe evasa.

Se per il passato è valsa la regola che le telecamere all’interno delle aule non potessero entrare, per il processo in corso i giudici hanno deciso che potesse valersi un’eccezione: sebbene le immagini non saranno trasmesse in diretta, l’intero girato andrà ad integrare la documentazione degli archivi nazionali.

Charlie Hebdo: “Non rinunceremo mai”

Pare quasi una promessa gridata quel “Nous ne renoncerons jamais” della redazione di Charlie Hebdo che a quella tragica decimazione ha risposto ripubblicando le stesse vignette riproposte nei giorni successivi dell’attentato: 12 tavole nelle quali Maometto compare armato di coltello e con una bomba al di sotto del turbante a copertura del capo.

I disegni, già pubblicati nel 2006 da Charlie Hebdo, erano comparsi per la prima volta nel settembre del 2005 sul quotidiano Jilland-Posten.

“Spesso ci hanno chiesto di produrre altre caricature di Maometto. – è il contenuto di un commento a firma della redazione e pubblicato sul numero in uscita del settimanale – Ci siamo sempre rifiutati non perché sia proibito. La legge ci autorizza a farlo, ma ci voleva una buona ragione per farlo, una ragione che avesse un senso e che portasse qualcosa al dibattito. Riprodurre la settimana dell’apertura del processo per gli attentati di gennaio 2015 queste caricature ci è sembrato indispensabile”.

Foto di Miguel Discart; fonte Wikimedia

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