Diciassette giorni di incontri, dibattiti, workshop ed eventi culturali per riflettere su nuovi modelli di crescita, rispettosi dell’ambiente e delle persone.
Le risorse del Pianeta non sono infinite, gli scienziati ci hanno messo in guardia da tempo. Il modello di sviluppo attuale è in crisi: non si può inseguire il mito della crescita senza chiedersi a quali costi per le specie viventi e per l’ambiente. Urgono soluzioni. Per questo motivo Governi, Organizzazioni internazionali, Associazioni imprenditoriali e società civile nel settembre 2015, al cospetto dell’Onu, si sono impegnati a sottoscrivere l’Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Diciassette gli obiettivi da raggiungere e 169 i target cui tutti i Paesi del mondo hanno aderito.

Parte da questa importante spinta globale l’impegno dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), organismo nato nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata” che racchiude oltre 180 organizzazioni e reti della società civile, per la promozione di una cultura dello sviluppo a misura d’uomo e dell’ambiente. Un cambio di rotta che deve seguire due strade parallele, quella della politica e quella della cittadinanza: c’è bisogno di sensibilizzare Governi e cittadini sulla necessità di uno sviluppo sostenibile.

Sensibilizzare, coinvolgere, riflettere: questa è la mission del Festival, alla sua seconda edizione, che si svolgerà sul territorio nazionale nell’arco di 17 giorni, dal 22 maggio al 7 giugno, durante i quali si terranno eventi come convegni, seminari, workshop, mostre, spettacoli, presentazioni di libri e manifestazioni di valorizzazione del territorio sia sui temi dei 17 goals individuati dall’Agenda 2030, sia sulle sue dimensioni trasversali: dall’educazione alla finanza e dagli strumenti per il disegno e la valutazione delle politiche alle modifiche degli assetti istituzionali.
A proposito di libri il Festival si gioverà anche dell’importante contributo del professor Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat e Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, autore del recentissimo libro “L’Utopia possibile” (edizioni Laterza) in cui – come afferma egli stesso – vengono proposte «una serie di politiche intorno ad un paradigma diverso dal solito: non più politiche sociali, ambientali, economiche, ma politiche che costruiscano resilienza per affrontare eventuali, possibili, shock».

«Oggi c’è necessità – continua il professore – di riorganizzare etiche intorno a cinque parole chiave: preparare, prevenire, proteggere, promuovere, trasformare». Nel libro l’ex Direttore dell’Istat mostra in che modo, a seconda dello shock, si può adottare una di queste chiavi di lettura. «L’idea – prosegue – è quella di offrire un programma alle forze politiche per introdurre in Costituzione il concetto di sviluppo sostenibile, tema che oggi occupa la riflessione di tutti i costituzionalisti».
Una modifica che avrebbe una portata enorme sul nostro Paese in quanto renderebbe inviolabile il diritto di tutti noi a vivere in un luogo più sano e più equo. Soprattutto, una modifica che consentirebbe ai giovani di sperare in un futuro migliore, oggi molto difficile da vedere all’orizzonte.

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