Da Casal di Principe prende il via il tour del pacco contenente i prodotti di agricoltura biologica e sociale, simbolo della lotta per la legalità.
È stato il neo eletto Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ad inaugurare lo scorso 24 novembre a Casal di Principe la IX edizione dell’ormai consueto appuntamento con il “Pacco alla camorra”, il paniere di prodotti agroalimentari coltivati con metodi biologici, simbolo della lotta alla criminalità organizzata e della rinascita di un territorio per decenni tenuto in ostaggio dalla camorra.
«È come tornare a casa – ha detto il Procuratore – il Pacco ormai fa parte delle mie abitudini: ogni anno lo uso per fare i regali di Natale». E in un certo senso dentro il “Pacco alla camorra” c’è anche molto lavoro del neo eletto Cafiero De Raho che, negli anni ‘90 da Pubblico Ministero, fu fondamentale per l’arresto di centinaia di malavitosi e per l’avvio del processo Spartacus che portò alla sbarra il clan dei casalesi guidato da Sandokan.

Proprio nella terra in buona parte liberata dalla sopraffazione della malavita, un gruppo di imprese sociali e profit, da oltre un decennio, porta avanti con coraggio, schivando i vari atti intimidatori subìti nel corso degli anni, un progetto culturale che mira a sostenere e fortificare le esperienze di agricoltura sociale, incentrate sulla cura dell’ambiente, l’attenzione ai più fragili e la crescita della comunità.
La sintesi di questo percorso è infatti il “Pacco alla camorra”, promosso dal Comitato don Peppe Diana e da Libera Associazione Nomi e Numeri contro le mafie, ed attuato dal Consorzio N.C.O.-Nuova Cooperazione Organizzata, al cui interno ogni prodotto – legumi, sott’olii, cioccolato e tanto altro – racconta le storie di resistenza e riscatto di un intero territorio. Ed ecco che nel Pacco si trova, per esempio, la cioccolata di alta qualità della cooperativa “Dulcis in fundo” nata dalla storia di Tina, mamma di un ragazzo down, che offre occupazione a persone con disabilità o la crema di zucca della cooperativa “Un fiore per la vita” che dà lavoro a ragazzi usciti da storie di dipendenza patologica.

«Il nostro Pacco – afferma Giuliano Ciano Presidente di NCO – ha sempre avuto l’obiettivo di essere cassa di risonanza del progetto culturale ad esso sotteso, ossia di un’idea di sviluppo del territorio legata all’attenzione alla terra e ad un’economia di tipo sociale».
«Nel corso delle nove edizioni – continua – possiamo affermare di aver centrato questo obiettivo perché di anno in anno si moltiplicano le iniziative sul tema di un’economia giusta e attenta ai più deboli».
Ne è prova, infatti, l’invito che da tre anni l’Unione Europea rivolge al gruppo di imprese sociali per la presentazione del Pacco (dunque del progetto culturale) nella propria sede ufficiale, lì dove vengono decise politiche importanti per la vita dei cittadini.
«Ogni anno – conclude Giuliano Ciano – aggiungiamo inoltre un tassello in più al nostro percorso: per la IX edizione abbiamo deciso che gli utili della vendita del formato grande del “Pacco alla camorra” verranno reinvestiti attivando dei tutor aziendali nelle imprese più piccole della rete sociale, così da accompagnarle per mano e dare loro i necessari strumenti per crescere in autonomia».