“Ci aspettiamo che il prodotto interno lordo nell’Unione Europea si contragga del 9.3 percento nel 2020 e cresca del 5.7 nel 2021, per poi ritornare ai livelli del 2019 soltanto nel 2022”.

È la previsione del Fondo monetario internazionale nelle parole di Poul M. Thomsen, direttore del dipartimento europeo dell’istituto a partire dal 2014.

“L’Europa, come il resto del mondo – spiega il direttore regionale nella pubblicazione dal titolo “Verso un’Europa più resiliente” – si confronta con un’estesa crisi. L’elemento della distanza sociale, obbligatoria o volontaria, sarà con noi fino al persistere di questa pandemia”.

Pertanto, ha evidenziato Thomsen, questo non sarebbe altro che un elemento problematico che va ad aggiungersi  all’interruzione continuata delle catene di approvvigionamento e ad altri problemi intrinsechi che inficiano su di una situazione generale sicuramente non facile.

La questione del debito

Le ricadute sociali della crisi determinatasi avranno un maggiore impatto su quei paesi europei altamente indebitati, che nel tempo non sono riusciti o non hanno potuto applicare politiche fiscali capaci di bilanciare una situazione che andata deteriorandosi.

In questo momento, Thomsen ha espresso preoccupazione per un contesto pandemico nel quale “gli anziani richiedono maggiore protezione ed i giovani sopportano la maggior parte dei costi”. Dunque, inevitabilmente la pandemia avrà conseguenze anche demografiche.

Un momento per ripensare la politica fiscale

Pensare al futuro e rivalutare gli spazi limitati di manovra in ambito fiscale: sono le direttrici promosse dall’economista danese, perché “più lungo è il crollo, maggiore sarà la necessità di indirizzare con attenzione il sostegno a imprese e famiglie nei paesi ad alto debito”.

Nulla più come prima

Secondo Thomson, la dirigenza politica dovrà prendere atto delle conseguenze determinate dal Covid-19 in relazione all’impossibilità dell’uomo nel direzionare la natura delle cose, orientandosi differentemente in un cambio di direzione dei propri comportamenti.

“Covid-19 – ha commentato – ci ha ricordato che la natura regna ancora sovrana, che il degrado ambientale deve fermarsi e che investire nella resilienza rappresenta una buona politica”.

Foto di Thom Masat; fonte foto unsplash.com

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