Il divario generazionale tra giovani e meno giovani esisteva già prima del Covid, ma la pandemia che ci ha colpiti ha ampliato ancora di più le disuguaglianze. Nonostante gli anziani siano stati i più esposti alla crisi sanitaria, i giovani lo sono stati a quella economica.
Conseguenze economiche
Le conseguenze economiche del Covid-19 sono state più aspre per i giovani. L’ultimo rapporto OCSE sull’occupazione ha sottolineato infatti che le donne e i giovani sono e sono state le categorie più esposte alla crisi economica. Questi hanno infatti lavori meno stabili, e spesso nei settori più colpiti dalla crisi, come ad esempio il turismo.
I dati
Sempre l’OCSE ha sottolineato come anche le categorie con le più alte competenze, come quella dei giovani neolaureati, hanno fatto più fatica rispetto agli anni scorsi a trovare un lavoro o uno stage. Come se non bastasse, secondo l’Istat, la disoccupazione giovanile ha superato il 30%, cioè ben un giovane ogni 3 non trova lavoro e anche nei mesi immediatamente successivi al picco della prima ondata, la ripresa occupazionale era stata positiva per tutte le fasce d’età tranne che per quella dai 18 ai 34 anni.
Gli effetti psicologici
Le disuguaglianze generazionali acuite dal Covid non si fermano a quelle economiche. Infatti i risultati di un sondaggio condotto in 6 paesi, tra cui l’Italia, ha rilevato come i giovani abbiano riportato in maggiore misura effetti psicologici negativi durante il lockdown. Tra questi ci sono la mancanza di sonno, solitudine, ansia e stress, conflitti con amici o familiari e noia.
La paura per gli anziani
Complice delle difficoltà psicologiche è stato anche l’essere di fatto il vettore di trasmissione del contagio ai più anziani. Come dimostrato infatti dai ricercatori Bayer e Kuhn in un recente studio sulla mortalità e la percentuale di giovani che vivono con i propri genitori, esiste una correlazione positiva tra la percentuale di giovani che vivono coi propri genitori e il tasso di mortalità.