Accogliere attività  rinnovate e contestualizzate all’attualità, confrontarsi con il vivente e i mutamenti costanti di una società in continua evoluzione, con il vissuto, con il progresso politico, culturale e sociale, rendere partecipe il pubblico dei mutevoli aspetti della realtà contemporanea, sono questi gli elementi principali che caratterizzano oggi i migliori musei: “I musei non debbono servire solo a ricoverare le opere sfrattate o costrette a battere il marciapiede del mercato[…] – ha spesso sottolineato – Giulio Carlo Argan – e dovrebbero essere istituti scientifici o di ricerca, con una funzione aggiunta, ed essere i grandi e piccoli nodi della rete disciplinare dell’archeologia e della storia dell’arte […] il museo non dovrebbe essere il ritiro e il collocamento a riposo delle opere d’arte, ma il loro passaggio allo stato laicale, ma il luogo in cui davanti alle opere non si prende una posizione di estasi ammirativa, ma di critica e di attribuzione di valore”.

Ed è proprio attorno a questa dimensione che la Reggia di Caserta, da due anni diretta da Mauro Felicori, va consolidandosi, attraverso azioni che danno rilievo allo spettatore critico, al fare pratico degli studenti e ad un modello di fruizione dinamica, esperienziale, partecipativa, relazionale. Recentemente, infatti, fra le numerose attività pianificate, è stato presentato il progetto Scuola di Restauro alla Reggia di Caserta, un interessantissimo concept in progress,  nato dalla splendida collaborazione avviata dall’Accademia di Belle Arti (diretta dall’infaticabile  Giuseppe Gaeta e dall’ A.Re.N (Associazione Restauratori Napoletani) con la Direzione del Complesso vanvitelliano. La Reggia di Caserta e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dunque, per la prima volta hanno definito, insieme, un polo formativo nel settore del restauro, indirizzato alla realizzazione  di manufatti artistici sottoposti a vincolo di tutela, che guardi ai territori di Caserta e Benevento, ma con importanti prospettive di internazionalizzazione nel passaggio delle conoscenze delle tecniche di conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali: “Un programma –  come ha sottolineato il Direttore Giuseppe Gaeta – nato  intorno all’idea che sia necessario sviluppare tutte le possibili occasioni di formazione e di dialogo, per costruire alte professionalità, capaci di generare innovazioni di prodotto e di processo, agendo da volano per lo sviluppo economico e sociale del territorio”, il cui fulcro è rappresentato dalla Reggia di Caserta  che ha messo a disposizione del corso di Restauro dell’Accademia di Napoli, gratuitamente e per dieci anni, gli spazi della Casa del Giardiniere, uno dei luoghi più significativi della Reggia, all’interno dell’area del Giardino Inglese: “Ho sempre creduto nell’idea di un museo/fabbrica – afferma Felicori – ed è proprio in tale ottica che l’azione dell’Accademia ci ricambia, dando l’opportunità ad un luogo per troppo tempo lasciato vuoto”.  

Una magistrale lezione su come un Museo, possa diventare apparato produttore di culture, non mera attrazione turistica, ma un centro d’educazione visiva messo in discussione da una continua revisione dei valori storici e artistici, così da spingere il pubblico all’esercizio del “diritto di fruizione” sulle opere, e non alla ricezione passiva o alla valutazione acritica delle stesse.

 

 

 

 

 

 

 

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