Una caduta del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre 2020 rispetto all’analogo periodo 2019 – aprile-giugno 2019 – tra i paesi più industrializzati del pianeta che non conosce eguali, almeno se confrontata con gli ultimi settant’anni.

Meno 9,8 percento è il dato medio sulla decrescita che coinvolge una rosa di paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Giappone.

Bei tempi quelli della crisi del 2008

“Questo – riporta testualmente la nota dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico con sede a Parigi – è il calo più grande registrato per l’area OCSE, significativamente più ampio del meno 2,3 percento registrato nel primo trimestre del 2009, al culmine della crisi finanziaria”.

La situazione nei singoli paesi

La nota diramata dall’Organizzazione passa poi in rassegna la situazione particolare per le differenti grandi economie nazionali, evidenziando innanzitutto il crollo del prodotto nel Regno Unito, vessato emblematicamente da due dati, il primo reale e l’altro potenziale: meno 20,4 percento rispetto allo stesso trimestre 2019; meno 21,7 il crollo secondo le stime su base annua.

Rimanendo nell’area euro, è andata tuttavia “meglio” a Italia, Francia e Germania che hanno registrato rispettivamente meno 12,4, meno 13,8 e meno 9,7 percento. In generale, con riferimento all’area euro il Prodotto interno lordo ha subito un calo del 12,1 percento e, differentemente, con riferimento specifico all’Unione Europea il dato equivale al meno 11,7 percento.

Dall’altro capo dell’oceano Atlantico, negli Stati Uniti “dove molti stati hanno introdotto le misure stay-at home al termine di marzo” il crollo rientra al di sotto del 10 percento – nel dettaglio, meno 9,5 –.

Con uno sguardo a oriente, infine a doppia cifra risulta essere anche il crollo del Giappone – meno 7,8 percento – “dove le misure di contenimento sono state meno stringenti”.

Foto di Veeterzy; fonte unsplash.com

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