Aveva detto ai giornalisti che avrebbe licenziato il decreto ministeriale nella tarda serata di lunedì, l’Italia ha invece atteso una notte ed una mattinata prima di conoscere quella che dietro quell’acronimo stringato di decreto ministeriale – Dpcm – si presenta come la stoccata autunnale al Covid con una validità sino al prossimo 14 novembre.

Nel giorno della firma da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i dati della protezione civile – 5901 nuovi casi di positività registrati – giustificano la decisione per l’ennesimo giro di vite dopo il progressivo allentamento estivo e l’irrigidimento delle misure con l’avanzare dell’autunno. Ultimi, in linea temporale, la decisione di estendere lo stato d’emergenza al prossimo 31 gennaio 2020 e l’obbligo di indossare la mascherina.

Ma ad incoraggiare il governo nella decisione intrapresa anche l’evoluzione della pandemia a livello europeo ed internazionale per “misure volte a garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea”.

Tutte le regole e i divieti del nuovo Dpcm

Viene innanzitutto ribadito l’obbligo di mascherina, fatta esclusione “per i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva; per i bambini di età inferiore ai 6 anni; per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili”. Giuseppe Conte aveva parlato a proposito dell’impossibilità dello Stato di obbligare i cittadini nelle proprie abitazioni private di indossare il dispositivo di protezione, facendo tuttavia appello al senso di responsabilità una volta a contatto ravvicinato con i nostri cari.

Dunque, anche nel Dpcm “è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi”.

Divieto di assembramenti

Si rinnova il divieto di assembramenti. In particolare, per le manifestazioni sportive professionistiche in presenza di sport individuali o di squadra è “consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima di riempimento del 15 percento rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto, e 200 per quelle al chiuso”.

Le “manifestazioni pubbliche” a partire da oggi e sino alla prima metà di novembre potranno svolgersi soltanto in “forma statica” e nel limite del distanziamento sociale.

L’industria della cultura, dopo l’arresto di primavera, proverà a non fermarsi: anche in questa occasione “gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche ed in altri spazi anche all’aperto sono svolti con posti a sedere preassegnati e distanziati – almeno un metro – con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 spettatori per spettacoli al chiuso”.

Niente gite, per il momento

La didattica in presenza non si ferma ma gli alunni almeno per un po’ dovranno dimenticare gite scolastiche, viaggi d’istruzione e scambi culturali. Rimangono in essere le attività inerenti i percorsi formativi di orientamento o i tirocini, nel rispetto delle misure di sicurezza.

Il destino di pub, bar e ristoranti

Le “attività dei servizi di ristorazione” in questi locali sono consentite sino alle 24 o alternativamente sino alle 21: nel primo caso, se è previsto il consumo al tavolo, altrimenti vige il divieto del consumo di cibo rimanendo in piedi. Nessuno stop invece alla ristorazione con consegna a domicilio.

Feste e banchetti

Per chi avesse invece voglia di festeggiare è imposto un divieto pressoché assoluto per la celebrazione di qualsivoglia evenienza all’interno delle mura domestiche con un numero di partecipanti – festeggiato compreso – che ecceda le 6 unità. Ai banchetti il limite di partecipanti da non superare è invece quello di 30.

Foto di Gabriella Clare Marino; fonte unsplash.com

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