Paradossalmente, i bambini sono la categoria meno colpita dal virus, ma sono coloro che ne pagheranno di più le conseguenze.

I dati dell’Unicef

Secondo l’Unicef, «la scomparsa di familiari e amici, gli stati di ansia, le restrizioni del lockdown, la carenza di supporto, la chiusura delle scuole, il difficile bilanciamento fra vita lavorativa e familiare, lo scarso accesso all’assistenza sanitaria, combinati con la riduzione di reddito causata dalla pandemia», sono e saranno fattori devastanti per il benessere e lo sviluppo dei nostri bambini, sia fisico che soprattutto mentale.

Dopo il Covid

Secondo uno studio dell’organizzazione (https://www.unicef.it/doc/2749/poverta-dei-bambini.htm) condotto su 41 Paesi ad alto reddito, prima dello scoppio del COVID-19, in media la povertà relativa dei bambini si attestava intorno al 20%. Con un Pil previsto in calo nei prossimi due anni quasi dappertutto, quel tasso è destinato ad aumentare. Le previsioni sono allarmanti: «Le crisi emotive già manifeste nei bambini probabilmente si intensificheranno». Molti potrebbero avere «ansia, insicurezza e paura del futuro» e a causa della chiusura delle scuole «non riusciranno mai a recuperare questa perdita di apprendimento». Tra le politiche suggerite dall’organizzazione ci sono perciò quelle per «ridurre la disuguaglianza di reddito», di migliorare l’accessibilità alle cure, i servizi di supporto psicologico per i bambini e di ridurre «i livelli ostinatamente elevati» di inquinamento atmosferico.

Il posto migliore per essere bambini

Secondo l’Unicef, il Paese migliore dove essere un bambino oggi sono i Paesi Bassi, la Danimarca e la Norvegia. Uno dei peggiori tra i 41 ad alto reddito è la Lituania, che registra i tassi più alti di suicidio tra gli adolescenti. Non benissimo l’Italia. Nella classifica sulle politiche per il benessere dell’infanzia, dominata dai Paesi del Nord Europa, il nostro Paese si posiziona appena al 34esimo posto. Meglio invece nella classifica sulla salute mental (9° posto): i quindicenni italiani con elevata soddisfazione per la vita sono infatti il 76% (la media è 75%) e il tasso di suicidio è di 2,5 casi ogni 100.000 abitanti (media 6,5).

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