Interno del Teatro alla Scala di Milano

“Il Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala riunito in data odierna – 4 novembre – ha preso atto che nell’attuale quadro epidemiologico e normativo non sussistono le condizioni per provare a realizzare una produzione aperta al pubblico e del livello e con le caratteristiche richieste per un’inaugurazione di stagione”.

Con la diramazione di un comunicato, sfuma la possibilità della tradizionale prima del Teatro alla Scala prevista per il prossimo 7 dicembre quando, da calendario, sarebbe andata in scena l’opera di Gaetano Donizetti Lucia di Lammermoor.

Non capitava dal Secondo conflitto mondiale che l’opera in scena nella serata di Sant’Ambrogio fosse cancellata: il consiglio di amministrazione avrebbe chiesto al sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer di lavorare ad un “piano B” affinché la rappresentazione non salti del tutto, “una soluzione alternativa di alta qualità per la serata del 7 dicembre”.

Di fatti, data l’impossibilità di poter accogliere del pubblico in platea l’opzione vagliata potrebbe essere quella di raggiungere una più vasta audience, magari attraverso una diretta televisiva.

Il problema del distanziamento tra i professionisti

Oltre il problema della fruizione dell’opera, c’è da interrogarsi sulle problematiche legate alla rappresentazione della stessa con il distanziamento tra i professionisti del palcoscenico, il contagio che ha colpito parte degli orchestrali e l’impossibilità di alcuni lavoratori nel raggiungere la struttura.

Dunque in previsione anche il vaglio dell’ipotesi di un concerto come soluzione che possa far sentire comunque la voce dell’istituzione culturale tanto in Italia quanto nel Mondo.

Foto di Federico Soffici; fonte flickr.com

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