contapassi

Capita molto spesso che un medico ci consigli di “cambiare registro” per quanto riguarda le abitudini quotidiane che “ritmano” le nostre giornate. Ci sono dei periodi della nostra vita in cui ci sentiamo veramente in forma, perché stimoliamo in continuazione, e in maniera sana, la “macchina” del nostro corpo. L’abbiamo sperimentato un po’ tutti, e sappiamo come ci si senta meglio, più leggeri ma forse anche più sereni, con un “irrobustita” fiducia nelle nostre capacità. Sono quegli anni in cui anche una sola volta a settimana giochiamo a calcetto con gli amici, o a pallavolo, o a tennis. Oppure sono le stagioni in cui, complice magari il bel tempo, riusciamo a ritagliarci un’oretta per correre al parco, o anche solo per compiere una “camminata veloce” (attività che ultimamente fanno in tanti). Ma la “quantità” di movimento necessaria a star bene la si può distribuire anche lungo l’arco della giornata. E la tecnologia ci aiuta.

Dicevamo, prima, dei consigli medici che può accaderci di ricevere. Capita che un cardiologo, o un altro specialista, ci dica: “lei deve fare 10.000 passi al giorno”. Ad un orecchio disabituato a questo tipo di “auto-terapia”, molto in voga grazie all’innovazione tecnologica, può sembrare quasi uno scherzo! 10.000 passi! È una parola! E come li conto? Beh, semplicemente facendomi aiutare da uno smartwatch o anche semplicemente da uno smartphone, in poche parole sfruttando il mio telefonino.

Contapassi: verso i 10.000 passi 

Il dispositivo contapassi, che è detto anche pedometro, è presente nella maggior parte dei nostri “compagni digitali” quotidiani. Smartphone o smartwatch, come detto sopra, ne sono dotati, e possono costituire la memoria necessaria per modulare il nostro health program. Durante la giornata, che si trovi il tempo di trascorrere un’ora all’aperto oppure no, anche i nostri “banali” spostamenti quotidiani saranno tradotti nel numero di passi effettuati. Noi camminiamo sempre, tutto sommato: per raggiungere la metro, per coprire la distanza dalla stazione all’ufficio, per andare di fronte a prendere il caffè. Lo smartwatch, al polso, o anche lo smartphone semplicemente in tasca, “sentono” il movimento e ci tengono aggiornati sul “percorso” ancora da compiere per raggiungere la cifra-passi da giornata-tipo. Non è necessario dunque correre, diciamo così… È doveroso, piuttosto, renderci conto – questo sì! – del divario che magari esiste tra la quantità di movimento che facciamo e quella che dovremmo fare. 

Piccoli, importanti cambiamenti…

A questo punto, ad esempio, potremmo renderci conto che la nostra giornata è da ri-modulare. Solo pochi passi sullo screen… cosa faccio? Beh, intanto, grazie alla tecnologia digitale, ho potuto “sapere” qual è il divario da colmare, e potrò organizzarmi di conseguenza. Una piccola passeggiata la sera, un tratto in più a piedi verso il lavoro, la mattina: sta a me ritmare in maniera salutare la giornata, con un occhio ai miei contapassi. Le applicazioni “health”, ad ogni modo, non finiscono qui. Molti di questi dispositivi hanno la capacità di misurare la frequenza cardiaca o la quantità di calorie bruciate. Esistono poi dei comodissimi smartband, veri “braccialetti intelligenti” pensati per essere indossati anche h24, quando si vogliono tenere sotto controllo aspetti della nostra salute che necessitano di una connessione costante tra corpo e strumento digitale: ad esempio alcuni smartband possono monitorare la qualità e la durata del sonno. Non male! 

 

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