Un gruppo di profughi a Hegyeshalom in Ungheria. Arrivato in treno presso la località magiara al confine con la Slovacchia, il gruppo lascia il paese per raggiungere dapprima l’Austria e poi la Germania – Ottobre, 2015

“La migrazione è sempre stata un dato di fatto per l’Europa”. È l’incipit della conferenza stampa presieduta dal presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen a proposito del nuovo patto su migrazioni ed asilo.

E subito a proposito di una politica migratoria da riorganizzare: “La migrazione è complessa. Il vecchio sistema non funziona più. Il pacchetto della Commissione su migrazioni ed asilo, che presentiamo oggi – 23 settembre – offre un nuovo inizio. Molti interessi legittimi devono essere riequilibrati. Vogliamo essere all’altezza dei nostri valori e allo stesso tempo affrontare le sfide di un mondo globalizzato”.

Oltre l’accordo di Dublino

Il presidente della Commissione delinea a grandi linee la politica migratoria nell’Unione che verrà. “La proposta – spiega Ursula Von Der Leyen – si basa sulle diverse situazioni geografiche, capacità e scelta degli Stati membri europei, ma tiene anche conto del fatto che la pressione sui nostri confini è variabile”.

Un’architettura completamente nuova

Ha definito il nuovo patto migratorio a carattere europeo il vicepresidente della Commissione, Margheritis Schinas sul proprio account Twitter.

Il documento che riassume il “New Pact on Migration and Asylum”, i cui prossimi step saranno le considerazioni da parte del Parlamento e del Consiglio europeo, propone procedure nuove e modernizzate: un nuovo screening pre-ingresso obbligatorio con il rilevamento delle impronte digitali e la registrazione nella banca dati Eurodac; procedure più snelle per l’asilo  o il rimpatrio e, di contrapposto, un meccanismo di monitoraggio dei diritti fondamentali più indipendente sostenuto in maniera multilaterale dall’Agenzia per i Diritti fondamentali, da Frontex e dall’Agenzia europea per l’Asilo.

Un meccanismo di solidarietà versatile

Nella pratica, una solidarietà esplicabile per differenti scenari: tra tutti i casi specifici emerge il “Trasferimento di coloro che probabilmente necessitano di protezione”, dunque è previsto e garantito lo sbarco a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare indistintamente se trattasi di migranti economici o potenziali richiedenti asilo.

In generale, gli Stati membri si troveranno di fronte ad un ventaglio di possibilità esercitabili nella gestione del flusso migratorio: “Dovranno mostrare solidarietà verso i paesi sotto pressione o con i ricollocamenti o con i rimpatri sponsorizzati”. Ma che cosa sono le sponsorizzazioni dei rimpatri, che ovviano ai ricollocamenti su base europea? Ovvero, evitare di ospitare il migrante ma sponsorizzarne il rimpatrio: “Gli stati – ha spiegato Schinas – dovranno rimpatriare una quota di migranti dal paese di primo ingresso”.

Foto di Radek Procyk; fonte 123rf.com

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