In un interessante articolo de l’Internazionale, vengono riportati stralci di quotidiani esteri che, come noi, si interrogano sui perché di certe scelte politiche e sulle conseguenze che queste comporteranno per la nostra nazione. Una crisi nella crisi di cui l’Italia, almeno adesso, non sentiva il bisogno.

Cosa sta succedendo in Italia?

Il governo è a rischio da quando, il 13 gennaio, l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni dall’esecutivo di due ministre del suo partito (Italia Viva): Elena Bonetti per le Pari Opportunità e Teresa Bellanova per le Politiche Agricole. Ha presentato le proprie dimissioni anche Ivan Scalfarotto, il sottosegretario del partito. Ciò ha portato a un problema di maggioranza al governo Conte.

Il quotidiano online EUobserver commenta la crisi scrivendo che “la politica italiana è nel caos, ma la situazione è meno caotica di quanto possa sembrare a un osservatore svedese o tedesco”. Il commento è in evidente contrasto con i titoli e i toni dei nostri media. Non è dello stesso parere il The Guardian, che scrive “la crisi scoppia nel momento peggiore possibile per l’Italia, che lotta per arginare la pandemia di coronavirus e uscire dal pantano economico”, che si dimostra un parere quasi unanime.

C’è chi tenta di entrare più a fondo nella situazione, per capire le motivazioni che hanno spinto Matteo Renzi a rompere la maggioranza in un periodo così delicato. È il caso de Le Monde e del quotidiano tedesco Handelsblatt, che puntano tutto sulle manovre economiche scelte dal governo Conte, non accettate da Renzi, anche se l’Handelsblatt sottolinea come molte l’ultima bossa del Recovert Plan contiene molte delle modifiche chieste proprio da Renzi, anche se questo non è bastato.

A cosa porterà?

Una domanda che ci stiamo facendo in tanti. Per il Guardian, gli scenari possibili sono tre: un nuovo governo di maggioranza (qualora Conte riuscisse a assicurarsi il sostegno necessario), un governo di unità nazionale costituito dal presidente Mattarella oppure, in ultima istanza, indire delle elezioni. Come se ciò non bastasse, bisogna affrontare anche le perplessità che noi italiani stiamo vivendo. Una crisi del governo è l’ultima cosa che ci saremmo aspettati, e molti credono che la situazione non gioverà nella risposta al virus e negli sforzi profusi per un ritorno alla normalità. Ad esporre queste perplessità è Jason Horowitz, capo dell’ufficio di corrispondenza del New York Times con sede a Roma.

A darci un quadro completo, rievocando anche molto del nostro passato, è il quotidiano spagnolo El Paìs, che ci ricorda come l’Italia, in quindici anni, abbia cambiato sette primi ministri e dieci governi, mentre la Germania è stata guidata (per lo stesso arco di tempo) da Angela Merkel in prima linea. Siamo forse una nazione abituata a vivere in una crisi perenne? Quali che siano i pareri e gli scenari, dobbiamo prendere atto della moltitudine di visioni che il resto del mondo ci concede.

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