Grazie a un dettagliato resoconto pubblicato su l’Internazionale, possiamo avere una visione più ampia dei primi passi compiuti dall’ex governatore della Banca centrale europea Mario Draghi, mentre al 4 febbraio aveva iniziato a cercare una maggioranza a sostegno del suo governo. È sempre curioso rendersi conto di come ci legge la stampa estera, specialmente in questo caso visto che Draghi non è di certo una figura nuova per il resto dell’Unione.

New York Times

Il New York Times si è dilungato in una presentazione abbastanza generica, ma puntuale, sulla figura di Draghi: “non è un novellino della politica. In passato ha lavorato per il governo italiano, è stato direttore generale del ministero del tesoro e conosce bene sia l’apparato italiano sia quello europeo”. Il corrispondente da Roma Jason Horowitz scrive che le strade ora sono due: “Se Draghi riuscirà a trovare una maggioranza parlamentare larga, potrà governare fino alle elezioni del 2023. Se fallirà, Mattarella potrebbe comunque nominarlo a capo di un governo di transizione con un mandato limitato – probabilmente con lo scopo di portare avanti la campagna di vaccinazione e di gestire i duecento miliardi di euro del piano di rilancio – fino alle elezioni anticipate

El Paìs

El País mette sul piatto le differenze tra il possibile governo tecnico guidato da Draghi e quello che abbiamo avuto con Monti: “I governi tecnici partono spesso da una posizione favorevole, ma poi i partiti tornano sui propri interessi e le cose finiscono male. Draghi ha un vantaggio rispetto all’ultimo esecutivo tecnico: Mario Monti aveva dovuto varare provvedimenti duri, mentre Draghi ha soldi europei da spendere. In cambio dovrà realizzare delle riforme che l’Italia aspetta da decenni. È la sfida di Draghi. Se avrà successo, nessuno potrà negargli la possibilità di essere il prossimo presidente della repubblica”.

Le Monde

Il giornale francese Le Monde scava un po’ più a fondo nel nostro tessuto politico, evidenziando le difficoltà che Draghi ha dovuto affrontare nella ricerca di una maggioranza (citando i due partiti i opposizione Lega e Fratelli d’Italia)

Financial Times

Dello stesso parere è il Financial Times, che aggiunge al discorso il Movimento 5 Stelle “Alcuni leader del Movimento 5 stelle hanno già detto che il loro gruppo, il più grande nel parlamento italiano, non sosterrà Draghi. Ma nel partito cominciano già a manifestarsi profonde spaccature, con alcuni parlamentari che minacciano di dimettersi per sostenere il tentativo di formare un nuovo governo”. Su Salvini “si è detto aperto a sostenere un governo di unità nazionale, anche se preferisce elezioni anticipate. Molti nel suo partito – sostenuto anche da tanti imprenditori del nord – vedono Draghi di buon occhio”.

Un’analisi che non lascia spazio a dubbi, visto che ricorda anche i risultati della Lega nei sondaggi: “nell’ultimo anno la popolarità del leader della Lega registrata nei sondaggi è diminuita, indebolendo la sua forza all’interno del partito”. Tuttavia, se decidesse di sostenere il nuovo governo, “lascerebbe parecchio spazio alla sua rivale nella destra italiana”. Come sappiamo, infatti, Giorgia Meloni ha mantenuto la sua posizione, sostenendo la volontà di andare alle elezioni anticipate e continuare quindi ad essere partito d’opposizione.

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