In quarant’anni ribaltata la posizione dell’Italia in una classifica con 200 nazioni del mondo considerate in relazione ai valori registrati del colesterolo non-Hdl, ovvero quello cosiddetto “cattivo” e spia per malattie cardiovascolari.

La ricerca

Finanziata dal Wellcome Trust e dalla British Heart Foundation e condotta sui dati di 102,6 milioni di individui dagli scienziati dell’Imperial College di Londra, tra i quali il principale autore firmatario è il professor Majid Ezzati, in generale la ricerca all’interno di un periodo considerato tra il 1980 ed il 2018 ha rilevato come i livelli di colesterolemia siano marcatamente in calo nelle nazioni occidentali.

Di contrasto, l’aumento del livello di colesterolo è stato riscontrato nelle nazioni con redditi bassi o medi, in particolare maniera negli stati del continente asiatico.

Una stima calcola in 3,9 milioni le persone che ogni anno muoiono per complicazioni dovute a patologie cardiovascolari: di queste circa la metà vive nel sud-est asiatico.

Colesterolo e colesterolo

Nella presentazione della ricerca, troviamo innanzitutto la specificazione: “Il colesterolo è una sostanza cerosa trovata nel sangue. Il corpo ha bisogno di colesterolo per costruire cellule sane, ma troppo può comportare un accumulo nei vasi sanguigni”.

Si distingue: “colesterolo ‘buono’ quello delle lipoproteine ad alta densità (HDL), che dovrebbe essere 1mmol /L, con un effetto protettivo contro infarto o ictus eliminando quello ‘cattivo’ “.

Differentemente, quello ‘cattivo’ ovvero “non HDL, che dovrebbe essere il più basso possibile, intorno a 2mmol/L” può sortire un effetto inverso: tale tipologia sarebbe aumentata da diete di solito ricche di grassi saturi e trans, che si trovano in molti alimenti trasformati”.

Il confronto 

Lo studio rivela come i livelli di colesterolo non HDL, sebbene diminuiti fortemente nelle nazioni ad alto reddito, presentino il tasso di aumento più elevato in Cina.

L’Italia copre per il colesterolo cattivo relativamente alle donne l’80esima posizione – nel 1980 era la 30esima – con 131.27 md/dl, rispetto ai 162.16 mg/dl.

Per gli uomini la posizione 43 – nel 1980 era la 21 – con 139 mg/dl, differentemente dai 177.61 mg/dl precedenti.

©[Piotr Adamowicz]/123RF.COM

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