Originario di Brescia, classe 1961, Vittorio Colao è un nome che tra manager e politici è ben noto. Con una laurea alla Bocconi e un master ad Harvard, ha diretto il gruppo tlc Vodafone dal 2008 al 2018 in cui aveva precedentemente ricoperto la carica di direttore generale prima e amministratore delegato poi, quando era ancora nota come Omnitel.
Con un curriculum così non sembra quindi azzardata la scelta di Mario Draghi per la nomina di Colao a Ministro dell’Innovazione Tecnologica e dell’Innovazione. Era stato chiamato anche alla guida della Task Force per la ripartenza nella Fase 2, richiesto proprio dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il cui però progetto era stato momentaneamente sospeso ma che ora potrebbe vedere la luce.
Il piano
Nelle intenzioni di Colao, dei settori in particolare necessitavano di essere modernizzati e riorganizzati. In un’Italia che tentava di “resistere” alla rivoluzione digitale, per Colao questi settori andavano rivisti proprio in virtù dei nuovi bisogni della digitalizzazione inevitabile. Ecco quindi che imprese, infrastrutture, turismo, arte e cultura potrebbero conoscere la vera rivoluzione digitale, insieme a istruzione, ricerca e famiglie. Per il neo ministro queste non sono novità. Ha sempre insistito sul digitale, già da quando era in Vodafone. Proprio per Vodafone riuscì in un prodigio: vivendo a Londra, spinse l’azienda ad adottare lo smartworking (di cui è attuale sostenitore, insieme alla parità tra donne e uomini sul luogo di lavoro) riuscendo a trasferire in pieno centro il quartier generale del gruppo, che prima distava a un’ora dalla capitale inglese.
Anche per questi motivi, le idee di Colao sono chiare:
Puntare sulla fibra ottica
Affinché questa arrivi anche nelle zone grigie (mancata copertura di rete) con cui lo Stato dovrà contribuire coprendo una parte dei costi di realizzazione. Dove l’applicazione dei cavi fisici risulti difficoltosa ed eccessivamente costosa si punterà su tecnologie alternative come satellite e 5G;
Inquinamento antenne
Visto che in Italia vige un tetto d’inquinamento elettromagnetico più severo che in altri paesi (20 volt al metro e a 6 volt al metro nelle zone ad alta densità urbana) che porterebbe in realtà a un numero sovrabbondante di stazioni radio che a lungo andare inquinerebbero di più. Il ministro vorrebbe quindi innalzare i livelli per allinearli a quelli del Belgio (31), della Grecia (47), di Francia o Germania (61);
Bonus web
Nella volontà di andare incontro alle famiglie con ridotte disponibilità. Ciò si traduce nella creazione di bonus e voucher per ‘abbonamento a servizi di rete veloci;
Cloud pubblico
Capace di mettere in collegamento i 23mila uffici pubblici sparsi sul nostro territorio, capace di farci risparmiare i 7,6 miliardi di euro annui necessari al mantenimento degli 11mila data center pubblici e le 160mila banche dati attualmente in uso;
Riduzione di transizioni in contante
Per risollevarci dalla bassa posizione (ventitreesima su ventisette) per quanto riguarda le transizioni con moneta elettronica tra gli Stati Membri. Per fare questo, Colao vorrebbe introdurre una tassa sui prelievi eccessivi, un credito di imposta per gli esercenti sull’utilizzo dei pagamenti elettronici e un accordo con il sistema bancario e la società dei pagamenti elettronici per una riduzione delle commissione per gli esercenti.