Innanzitutto, riprendiamo la definizione dall’enciclopedia Treccani come: “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.

Ebbene, secondo la vicepresidente della Commissione europea Vera Jurova in occasione di una presentazione istituzionale sulla disinformazione nella comunicazione lo scorso 10 giugno “L’Italia sarebbe tra i paesi più colpiti dall’infodemia”, un paese fortemente colpito dall’epidemia da Covid-19 e, pertanto “più vulnerabile”.

L’origine della disinformazione

Nella comunicazione, la vicepresidente della Commissione ha chiarito sulla provenienza del flusso di disinformazione: “Principali fonti sono Russia e Cina. Abbiamo sufficienti prove per dirlo”.

Come la Commissione intende arginare il fenomeno

“Dobbiamo garantire che le piattaforme online siano trasparenti, perché i cittadini devono sapere da dove e come arrivano loro le informazioni”. Secondo il vicepresidente Jurova per il futuro dovrebbero essere evitati incentivi economici volti a finanziare la diffusione di notizie mendaci.

Passaggio fondamentale sarà: “Prendere provvedimenti per comprendere meglio il flusso di entrate pubblicitarie legate alla disinformazione”. Ha dichiarato poi pubblicamente: “Dopo la pandemia, i vaccini saranno il prossimo campo di battaglia”.

Continuano però le adesioni al Codice europeo di condotta sulla disinformazione.

Un codice di condotta sulla disinformazione

Redatto dalla Commissione, è difatti un codice di autoregolamentazione per i rappresentanti delle piattaforme online, i social media e l’industria pubbliciataria.

Tra gli obiettivi, impegni volti alla trasparenza della pubblicità politica, alla chiusura di conti correnti fittizi ed alla demonetizzazione dei fornitori di servizi di disinformazione.

Tra i firmatari, le piattaforme Facebook e Twitter, i motori di ricerca Google e Mozilla, e l’azienda Microsoft. Ma Jurova annuncia nuove collaborazioni: “TikTok mi ha confermato di voler aderire al Codice UE sulla disinformazione e concluderà molto presto le formalità. E stiamo negoziando anche con WhatsApp”.

©[Bernd Friedel]/123RF.COM

 

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