È finita la sperimentazione – effettuata nel periodo delle feste natalizie – del “cashback di Stato”, un’iniziativa di incentivo ai pagamenti elettronici che prevede la restituzione di una percentuale (10%) di quanto pagato con questa modalità. Con l’inizio del 2021 è dunque iniziato il programma vero e proprio, che durerà fino a giugno 2022. Ma com’è andata la sperimentazione?
Gli iscritti
I dati parlano di un rimborso medio atteso di circa 69€ a persona, che gli aderenti alla “sperimentazione natalizia” dovrebbero ricevere entro marzo. Gli italiani iscritti sono stati 5,8 milioni, a fronte di 63 milioni di transazioni elettroniche. Di queste, circa la metà delle operazioni rimborsabili ha avuto un importo inferiore ai 25€: tanti utilizzi per piccoli importi. Non tutte queste transazioni saranno però rimborsate, visto che il diritto scatta per chi è riuscito a fare almeno 10 operazioni “cashless”: sono 222,6 milioni di euro che lo Stato dovrà versare nei prossimi mesi.
Le transazioni valide
I numeri dell’utilizzo restano poi in crescita, secondo i dati rilevati a inizio gennaio: all’8 del mese sono più di 6,2 milioni le persone iscritte al programma, che hanno effettuato 9 milioni di transazioni elettroniche solo nella prima settimana del nuovo anno. È cambiata però la soglia per ottenere il rimborso: adesso servono 50 transazioni valide a semestre, per un massimo di 1.500€ di spesa – da cui un rimborso massimo ottenibile di 300€ all’anno
Super Cashback
Un discorso a parte merita invece il “Super Cashback”, partito anch’esso con l’inizio dell’anno. Si tratta di 1.500€ a semestre che lo Stato rimborsa ai primi 100mila partecipanti che abbiano effettuato il maggior numero di transazioni con carte e app di pagamento valide. Sull’app IO sarà disponibile una vera e propria classifica – nel rispetto della privacy – da tenere d’occhio per capire se si è tra i primi 100mila “strisciatori di carte” italiani.