Interno della metropolitana di Milano

È nella giornata mondiale “Di contrasto alla povertà” – 17 ottobre – che la Caritas italiana diffonde “Gli anticorpi della solidarietà”, una pubblicazione che vuole offrire un’istantanea degli strascichi di una pandemia che ha travolto ogni aspetto della società e dell’economia.

Il campo di analisi

Nell’offrire una panoramica sui dati emersi dai centri di ascolto della Caritas, l’indagine si muove nel solco di una crisi che nel secondo trimestre del 2020 ha fatto registrare – dati dell’Istituto nazionale di Statistica –una sensibile flessione del Prodotto interno lordo ed un decremento degli occupati rispetto all’anno precedente di riferimento – 2019 – stimato in 841mila unità.

Ma non è tutto perché la lettura sui dati occupazionali deve essere raffrontata con i numeri sugli inattivi, ovvero su quegli individui che non lavorano ed allo stesso tempo hanno interrotto la propria ricerca di un’occupazione.

Chi è il nuovo povero

Non che prima della pandemia la situazione fosse rosea: il rapporto spiega come soltanto nel periodo tra maggio e settembre l’incidenza di chi si è rivolto alla Caritas sia aumentata del 45 percento rispetto al 2019; il precedenza la statistica si assestava nell’intorno del 31 percento.

A fronte di un calo di quella che viene definita come “grave marginalità”, il nuovo profilo di coloro che sono assistiti dai centri di assistenza della Caritas è in maggioranza donna – 54,4 percento, di poco superiore al 50 percento nel 2019 –; dimora all’interno di uno stabile nell’85,9 percento dei casi – 80,6 percento nella precedente rilevazione –; nel 46 percento dei casi è coniugato, ovvero due punti in più rispetto a prima ed il 75,4 percento ha figli.

Il rapporto diffonde poi un’altra informazione: “Tra chi si rivolge alle Caritas diocesane aumenta il numero degli italiani, che risultano in maggioranza. 52 percento rispetto al 47,9 dello scorso anno”.

Una fase inedita del Paese

Conseguenza di un’emergenza dalle variegate sfaccettature, entriamo pertanto in una fase inedita del Paese per la quale occorrerà una rinnovata strategia politico-economica. Il rapporto termina dunque con un invito generalizzato a ripensare il presente con nuovi strumenti, concependo le misure di contrasto alla povertà come “un work in progress”

Foto di José Maria Sava; fonte unsplash.com

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