Stop ai social Network, il 2015 è l’anno delle app di messaggistica istantanea.
A sostenerlo è Fred Wilson, uno dei più conosciuti finanzieri statunitensi nel settore digital, tanto per dare credibilità all’affermazione è l’uomo che ha contribuito al boom di Twitter, Tumblr, Foursquare, Disqus e molto altro.
“La fase Social di Internet è conclusa. Le piattaforme di instant messaging sono i nuovi social media. Le famiglie usano i gruppi di WhatsApp invece di Facebook. I ragazzini usano Snapchat invce di Instagram. L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook ha sancito questo trend.”
Fred Wilson classe 1961, venture capitalist dal 1987, è partner dell’Union Square Ventures ed ha fondato Flatiron Partners.
Nel suo blog è stato coniato il termine freemium, uno dei modelli di business più diffusi sul web, che il finanziatore newyorkese ha definito con queste parole: “offrite il servizio gratis, se possibile supportato dalla pubblicità, ma magari anche no, acquisite un sacco di clienti tramite passaparola, reti referral, marketing a ricerca organica e così via, poi offrite servizi premium a valore aggiunto o una versione potenziata del servizio alla vostra base di utenza.
L’affermazione sembra avvalorata dalle statistiche che attestano la folle crescita di Whatsapp.
Il 7 gennaio 2015, Business Insider ha dedicato un articolo alla “Folle crescita di WhatsApp in corso”. Il CEO dell’azienda Jan Koum ha dichiarato che l’applicazione ha raggiunto i 700 milioni di utenti attivi mensili, che ogni giorno inviano oltre 30 miliardi di messaggi.
Una cifra impressionante se si considera che – a parte Facebook, che il 30 settembre 2014 registrava 1,12 miliardi di utenti attivi mensili solo da mobile – Twitter ha “solo” 284 milioni di utenti attivi mensili che inviano 500 milioni di tweet al giorno.
È il momento di valutare le opportunità che Whatsapp può offrire alla comunicazione di impresa.
WhatsApp è l’anello di congiunzione tra la telefonata e l’email, con l’ottimo vantaggio di essere gratuito. È immediato e veloce. È mobile. Consente un’interazione di tipo one-to-one
Se opportunamente impiegato ridisegna il modello di call-center e rappresenta una alternativa ai sistemi di business to customer.