Appena quattro decadi fa, da ingegneri della megalopoli giapponese di Tokyo faceva per la prima volta la sua comparsa un insolito e rotondo personaggio completamente giallo: fu chiamato Pac-Man e sarebbe entrato a pieno titolo nella storia dei videogiochi.

Si tratta di un eroe intramontabile che, schivando fantasmi ed aggirando trabocchetti, si muove con voracità all’interno di un labirinto alla ricerca di “granelli di potenza” ed icone a forma di frutta.

Da sempre all’interno del gioco, i suoi acerrimi antagonisti sono i fantasmi noti come Blinky, Inky, Clyde e Pinky.

Come nasce Pac-Man

Pac-Man – ed ancora precedentemente Puck Man –  è l’evoluzione del termine giapponese “paku”, che letteralmente vuol significare inghiottire. Il suo ideatore, il designer giapponese Toru Iwatoni, ebbe la grande ispirazione quando, tagliando la fetta di una pizza, notò che ciò che rimaneva di quel disco da quarantacinque gradi rimandava all’immagine di una bocca spalancata.

Il merito del videogioco

Sul gioco gli esperti e appassionati sono concordi a proposito di un design intramontabile, che non conosce epoche, imponendosi durante gli anni non soltanto come videogioco di culto, bensì come elemento vero e proprio di pop-cultura.

La celebrazione del gioco

Bandai Namco, società giapponese che detiene la proprietà dei video-giochi con protagonista Pac-Man, attraverso il proprio account Twitter ha condiviso immagini per ripercorrerne la storia ed ha invitato gli appassionati, a loro volta, a riproporre i propri ricordi.

In arrivo anche un brano musicale dell’artista tecno giapponese Ken Ishii dal titolo scontato: “Join the Pac”.

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