Ha più di duecento anni ma non li dimostra, soprattutto non è passata di moda. Anzi, la bicicletta sembra essere, negli ultimi anni, il mezzo di trasporto più amato dagli italiani. Le sue origini si fanno addirittura risalire a Leonardo da Vinci, cui sono stati attribuiti schizzi risalenti al XV secolo che illustrano un veicolo fornito di due ruote. Ma la costruzione in “carne ed ossa” della bicicletta avviene soltanto trecento anni più tardi nel 1791, grazie ad un francese, il Conte De Sivrac, che costruì un mezzo interamente in legno, privo di catena e pedali, e lo battezzò con il nome di “Célérifère”(celerifero). La vera svolta arriva nel 1818 con il barone Von Drais di Sauerbrun che a quel modello avrebbe aggiunto lo sterzo, importate modica, trasformando il “Célérifère” in “Draisienne“, nome attribuito dai francesi in suo onore. Nel 1861 Ernest Michauax applica al velocipide i pedali anteriori, e da questo momento in poi si susseguono una serie di miglioramenti fino ad arrivare al 1889, anno in cui nasce il termine “bicicletta”. Il biciclo ha segnato molto più di un’epoca ed è stato così importante da essere omaggiato dai grandi del cinema nazionale, come De Sica in “Ladri di biciclette” o Scola in “C’eravamo tanto amati”, e internazionale come Truffaut in “Jules e Jim” e tanti altri. Per non parlare della musica, dall’intramontabile “Ma dove vai bellezza in bicicletta”, dedicata all’unica coraggiosa donna che partecipò nel 1924 al Giro d’Italia, al rhythm‘n’blues di “Sotto questo sole”. Messa in stand by durante il boom economico per fare largo alle automobili e ai motorini, la bicicletta vive già da un po’ una “seconda giovinezza”. Nell’anno 2013, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, in Italia sono state vendute più biciclette che auto, 1.606.014 ad essere esatti, per un fatturato di 762 milioni di euro. Quali i motivi di questo “ritorno al futuro”? Anzitutto economici: niente più salassi per gli elevati costi di carburante, parcheggio e assicurazione. Non meno importante è il fattore stress da traffico, l’incubo degli italiani, mentre si diffonde sempre più la convinzione che una “pedalata al giorno toglie il medico di torno” e fa abbassare il livello dell’inquinamento.