Ad un passo da una moneta unica digitale perché la Banca centrale europea “ci starebbe pensando seriamente”: parola del presidente dell’Istituto di Francoforte Christine Lagarde in un incontro oggi 12 ottobre nella rassegna di talk tematici “Annual Meetings 2020” organizzato dal Fondo monetario internazionale.
A trainare la svolta verso i pagamenti in digitale – nolente o volente – la pandemia che, riprendendo le affermazioni del presidente della Bce, ha orientato i consumatori negli acquisti quotidiani attraverso l’e-commerce.
Il percorso verso l’euro digitale
Dal sito della Banca centrale è pero possibile ricostruire come il percorso intrapreso verso una moneta digitale non finisca ancorato ad un mero slogan: se ne parla da un po’ in realtà. Dapprima, troviamo pubblicati dei documenti di lavoro dello scorso gennaio sui progressi dell’IT ed in tale contesto specificamente nel settore finanziario, con particolare riguardo alla nascita di una valuta digitale – CBDC – da parte della banca centrale.
Successivamente, soltanto nell’ultimo autunno in sequenza – prima della giornata di oggi – il discorso di Lagarde alla Deutsche Bundesbank su “Pagamenti in un mondo digitale” e a seguire un post dettagliato dell’economista Fabio Panetta – membro del comitato esecutivo della Bce – sulla necessità di introduzione dell’uro digitale.
La questione
Sembrerebbe molto semplice, quasi basilare visti i tempi correnti: “In qualità di custodi ed emittenti delle loro valute, le banche centrali di tutto il mondo si chiedono inevitabilmente se debbano emettere una valuta generale”. Incomincia ad argomentare nella propria pubblicazione Panetta a proposito di un bisogno che accresce in importanza e portata. Pertanto s’interroga: “Dovrebbero – gli istituti centrali – ideare una sorta di moneta elettronica che abbia anche corso legale, che richieda lo stesso grado di fiducia e che offra tutti i vantaggi della moneta nella sua forma tradizionale?”.
Come successivamente spiegherà Panetta la questione si riassume nell’esistenza di strumenti digitali che permettono pagamenti ma l’inesistenza – temporanea – di “una valuta digitale emessa dalla banca centrale della quale tutti possiamo fruire nella vita quotidiana. In altre parole non abbiamo un equivalente digitale delle banconote in euro”.
Un caso pratico d’intervento
Secondo Panatta l’introduzione di una valuta digitale offrirebbe ai cittadini un mezzo di pagamento “universalmente accettato e privo di rischi”. Ma l’economista pone anche l’accento su situazioni meramente pratiche, nelle quali l’introduzione di una valuta digitale rivoluzionerebbe il mercato dei pagamenti. “Un euro digitale ci proteggerebbe anche – spiega – dalla possibilità che un mezzo di pagamento pubblico o privato, emesso e controllato dall’esterno dell’area euro, sostituisca in gran parte i mezzi di pagamento esistenti”, una soluzione per tutte quelle preoccupazioni derivanti dalle necessità di sovranità finanziaria nazionale ed europea.
Una consultazione pubblica
Con l’auspicio che un’azione rivoluzionaria intervenga “su di una valuta che finora ha funzionato bene” ma che adesso deve proiettarsi nel futuro, in questa giornata è stata lanciata una consultazione pubblica da parte della Bce perché chiunque possa dire la propria sull’introduzione di una valuta digitale.
Foto di Mauro Sbicego; fonte unsplash.com
LEGGI ANCHE:
Nexi-Sia: cosa sappiamo del megagruppo italiano dei pagamenti digitali
BCE: perché Lagarde apre alla revisione dell’obiettivo d’inflazione
OCSE, Business and Finance Outlook 2020: sulla buona strada per una finanza green