La mostra che guarda alla sensibilità di genere.

Termini forti come “esposizione”, “vulnerabilità”, “prossimità”, “sostituzione”, “ostaggio” sono ricorrenti in ogni opera, frutto di un iter concettuale ancor prima che emotivo, che richiede un’interpretazione rigorosa ed imparziale, senza tradimenti. Alla base del progetto espositivo “Altrimenti che essere”, curato da Andrea Bruciati e fruibile, fino al 4 aprile 2015, alla GALLERIA PIU’ di Bologna, vi è l’ottica “disturbante” dell’artista, in grado di comprendere la realtà in uno sguardo che sia scevro di omologazione, e quindi diretto alla più vera essenza delle cose. Celebrando così la diversità e l’unicità di ogni individuo. L’esposizione raccoglie le opere di 10 artisti – italiani e stranieri -, alcuni dei quali giunti per la prima volta nel nostro Paese per prender parte al vernissage, come Patrick Angus, Joanna Piotrowska e Paul Mpagi Sepuya. Altri protagonisti della mostra sono Tomaso De Luca, Didier Faustino, Elodie Pong, Prinz Gholam, Athi-Patra Ruga, Davide Savorani e Namsal Siedlecki, i cui lavori sono accomunati tutti da una prospettiva diversamente empatica su differenti registri, costituendo un punto di arrivo, ma anche di partenza, come terreno di scambio per interventi finalizzati a comprendere l’altro:  la solitudine, l’unicità, ma anche il suo mistero e il valore del suo essere persona.

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