Una perdita di fatturato stimata dall’associazione in 3 miliardi di euro per il comparto agroalimentare è la conseguenza diretta al tracollo delle attività di ristorazione del Bel Paese.

Coldiretti stima infatti nell’intorno del 40 percento il calo – imputabile alle conseguenze dell’emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus – dei pasti al di fuori delle abitazioni domestiche soltanto per i mesi di luglio, agosto e settembre.

A soccombere è tutta la filiera

Perché se i clienti non varcano più con la stessa assiduità la soglia di ristoranti, trattorie, agriturismi o tavole calde, il sacrificio produttivo e conseguentemente economico è di tutta la filiera a monte.

“Una drastica riduzione delle attività” la quale ha ricadute conseguenziali “sulla mancata vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato”.

È proprio il consumo extra-domiciliare a caratterizzare la commercializzazione ed il servizio di determinati prodotti: “In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.

La penuria di turisti esteri

Mancano sicuramente quei 16 milioni di turisti stranieri che affollavano le sale da pranzo da nord a sud nei mesi tra luglio e settembre. “Un vuoto – rammentano – che non viene purtroppo compensato dalla svolta patriottica degli italiani che per il 93 percento hanno scelto di trascorrere le vacanze in Italia, la percentuale più elevata da almeno 10 anni – fonte indagine Coldiretti-Ixè –.

Un danno anche indiretto

Una penalizzazione per il Made in Italy in tutto il suo insieme: perché se da un lato i turisti stranieri non possono deliziare il palato con il consumo sul posto di prodotti unici locali, dall’altro anche l’acquisto di souvenir viene azzerato.  “Viene a mancare l’effetto promozionale – spiegano – sui prodotti del Made in Italy all’estero con i turisti stranieri che continuano a ricercarli una volta tornati nei paesi di origine, determinando una spinta all’export nazionale”.

Foto di Juliana Malta; fonte unsplash.com

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