Primi soccorsi intervenuti in seguito all'attacco terroristico presso la stazione dei treni - Bologna, 2 agosto 1980

Passano gli anni ma una verità unanime stenta ad essere acclarata sulla strage di Bologna, il più grande dei misteri italiani, all’interno della cornice storica tra le più buie della storia della Repubblica, dagli anni Sessanta ad oggi.

Alla rassegna terroristica – dopo gli eventi di piazza Fontana del 1969, le stragi di Pateano del 1972 e di piazza della Loggia del 1974 e l’attentato dello stesso anno a bordo del treno Italicus nel tratto di pertinenza di San Benedetto Val di Sambro – si aggiungeva il 2 agosto 1980 la strage alla stazione ferroviaria di Bologna quando alle 10:25 la detonazione di un ordigno posto nell’ala ovest del fabbricato causò la morte di 85 persone e 200 feriti.

Il più grave atto terroristico della storia italiana

85 vite spazzate via da un ordigno che polverizzò l’intera area ovest della stazione centrale di Bologna, la cui onda d’urto si è abbattuta anche sul treno Adria Express – partito da Ancona e diretto alla città svizzera di Basilea – ma fermo al binario bolognese a causa di un ritardo di circa un’ora sulla tabella di marcia.

Con un messaggio il Capo dello Stato Sergio Mattarella è ritornato sugli eventi dolorosi e tragici di quel giorno: “Desidero, a distanza di pochi giorni dalla mia visita a Bologna e dall’incontro nel luogo dell’attentato, riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna così gravemente colpiti dall’efferato e criminale gesto terroristico. Riaffermando al contempo il dovere della memoria, l’esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia”.

Condannati gli esecutori, i misteri sui mandanti

Plauso da parte di Paolo Bolognesi nel ruolo di presidente dell’associazione dei familiari delle vittime in riferimento ai passi in avanti della magistratura nell’azione di disvelamento della verità. “I risultati della maxi-indagine sui mandanti – ha affermato Bolognesi – confermano che quel vile attentato fu una bomba nera, pensata dai vertici della P2, eseguita dalla manovalanza fascista dei Nar, protetti da uomini della P2, inseriti nei punti nefralgici dei servizi segreti”.

Al momento sussistono tre condanne per attentatori al tempo giovanissimi: Luigi Ciavardini ancora minorenne, l’allora ventunenne Francesca Mambro e Valerio Fioravanti di anni ventidue. Questi ultimi due, dopo aver scontato la condanna, sono liberi.

Ai tre nel gennaio 2020 si è aggiunto un altro condannato – in primo grado – Gilberto Cavallini che al tempo della strage aveva 28 anni.

Sui presunti mandanti esiste tutt’altra storia: Licio Gelli, Mario Tedeschi, Federico Umberto D’Amato ed Umberto Ortolani, appartenenti alla gerenza della loggia massonica anticomunista che attraverso le bombe ha tenuto sotto pressione l’Italia tra gli anni Sessanta e Ottanta, sono infatti tutti già morti.

Fonte foto Wikipedia

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