“La mafia si è sempre nutrita di complicità e di paura, prosperando nell’ombra. Le figure di Falcone e Borsellino, come di tanti altri servitori dello Stato caduti nella lotta al crimine organizzato, hanno fatto crescere nella società il senso del dovere e dell’impegno per contrastare la mafia e per far luce sulle sue tenebre, infondendo coraggio, suscitando rigetto ed indignazione, provocando volontà di giustizia e di legalità”.
Sono state le parole di un video massaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai giovani studenti delle scuole che hanno aderito al progetto “La nave della legalità”.
“I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”
Quest’anno non ci sarà la Nave della Legalità
A causa del Coronavirus, non ci sarà quest’anno, a trasportare studenti ed insegnanti, la Nave Splendid, ribattezzata la “Nave della Legalità”, che ormai dal 2002 partendo dal porto di Civitavecchia il 22 maggio approdava a Palermo il giorno successivo, un viaggio dedicato a lasciare una traccia nei suoi partecipanti a proposito dei valori della legalità.
Al momento, la nave viene utilizzata come ospedale galleggiante per la degenza di pazienti affetti da Covid-19.
Nell’impossibilità di assembramenti, il giorno del ricordo della strage si sposta sui balconi e sul web: alle 17:58 un trombettista della Polizia di Stato ai piedi dell’Albero Falcone ricorderà il giudice ed i cittadini – invitati tutti a partecipare al flash mob lanciato dalla Fondazione Falcone –, appendendo lenzuola bianche, si affacceranno alle 18 dai balconi e dalle finestre delle abitazioni, rimanendo in silenzio.
La strage di Capaci
28 anni fa, nel tratto autostradale tra Palermo e Punta Raisi, in seguito ad un vile attentato mafioso perdevano la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicilio.
Soltanto due mesi dopo, il 19 luglio, la barbarie mafiosa si sarebbe accanita in via D’Amelio a Palermo contro il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta Claudio Traina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina ed Emanuela Loi.
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